Perché l’autopsia su Saman Abbas non ha chiarito le cause della morte: “Servono altre analisi”
Com'è morta Saman Abbas? È la risposta per cui periti ed esperti del laboratorio Labanof dell'Università di Milano sono a lavoro da giorni. Dopo l'autopsia, effettuata venerdì 9 dicembre, serviranno ulteriori esami istologici sugli organi e i tessuti del corpo che si suppone essere della 18enne, scomparsa da Novellara dopo il suo no a un matrimonio combinato, ritrovato il 18 novembre in un casolare vicino a dove la ragazza viveva con la famiglia.
Ma com'è morta? “Parliamo di un cadavere che è stato sotterrato sotto due metri di terra per un anno e mezzo – spiega a Fanpage.it l'avvocato Barbara Iannuccelli, che rappresenta l'associazione Penelope, parte civile nel processo che comincerà a febbraio, a carico dei familiari della giovane-. Oltretutto senza alcun tipo di protezione, quindi oggetto di attacco di animali e batteri. I tessuti, fortunatamente, possono ancora essere oggetto di analisi, però assolutamente resi fragili sia dalle condizioni in cui era, sia anche dalla successiva movimentazione per il disseppellimento. Quindi, uscire dall'autopsia e dispensare certezze penso che sia assolutamente fuorviante e non corrispondente al vero”.
All'autopsia, durato circa sette ore, c'era anche la stessa legale, oltre all'avvocato Riziero Angeletti, parte civile Ucoii, Unione delle Comunità Islamiche in Italia. Avvocato che davanti ai giornalisti ha parlato di "modalità atroci". E in un primo momento si è parlato anche di un taglio alla gola.
L'esame autoptico ha sicuramente rivelato un corpo integro, ma saponificato, e dall'analisi esterna sono emersi scollamenti e abrasioni che possono essere dettati dal fatto di essere stato sotto terra per un anno e mezzo, mentre non ci sarebbero evidenti tagli alla gola. “Io di alterazioni ne ho viste tante, non sono però in grado di dire se sia un taglio, un solco, uno scollamento di tessuti”, ribatte Iannuccelli.
“Soltanto le successive analisi chiariranno tutte le le alterazioni che abbiamo potuto notare -prosegue l'avvocato-. Non sono in grado di dire c'è un taglio o no. Ho visto tantissime alterazioni sul corpo che possono avere origine diversa”.
Gli esami istologici serviranno quindi anche per capire se le ferite sul corpo sono scollamenti di tessuto avvenuti dopo la morte o se sono lesioni irrorate di sangue e quindi, potenzialmente, tracce di ferite da arma da taglio.
Dettagli fondamentali per la ricostruzione della vicenda, anche se manca ancora il responso del Dna. Ad ogni modo, dall'autopsia sono arrivati ulteriori dettagli che confermano che quel corpo è, ormai senza ragionevoli dubbi, effettivamente della ragazza scomparsa a Novellara: aveva addosso i jeans sfilacciati al ginocchio e gli stessi vestiti visti nel video ripreso dalle telecamere di sorveglianza poco prima della sua scomparsa. Aveva ancora una cavigliera e un braccialetto colorato, un paio di orecchini e una folta chioma di capelli.
Il laboratorio ha tempo fino a fine gennaio per depositare i risultati dell'autopsia. Il 10 febbraio, invece, a Reggio Emilia, comincerà il processo. “Fortunatamente i tessuti sono analizzabili -riprende Iannuccelli- ma in generale verranno fatti tantissimi esami. La natura argillosa del terreno ha creato un vero e proprio tappo: non dico che si parla di una buona conservazione, però rispetto a una totale scheletrificazione che ci si poteva aspettare, i tessuti consentono di avviare accertamenti importanti. Secondo me, la dottoressa Cattaneo (perita, ndr) darà tutte le risposte e le argomenterà con analisi approfondite, non solo a vista. Secondo me, entro i sessanta giorni verrà depositata una perizia -conclude- e alla fine di tutti questi accertamenti dubbi non ce ne saranno”.