video suggerito
video suggerito

Perché la folla al funerale di Giulia Cecchettin ha agitato le chiavi: il significato del gesto

Durante i funerali di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, le migliaia di persone presenti hanno agitato mazzi di chiavi per l’ultimo saluto alla ragazza. Dal giorno del ritrovamento del suo corpo, ma anche in precedenza, questo gesto è diventato simbolo della lotta alla violenza di genere. Ecco che cosa significa.
A cura di Eleonora Panseri
392 CONDIVISIONI
Immagine

Dal giorno del ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin nel lago di Bracis, il gesto di agitare e fare rumore con i mazzi di chiavi è stato replicato più e più volte, simbolo della lotta alla violenza contro le donne.

E anche oggi, durante i funerali delle 22enne uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta, le migliaia di persone presenti nella piazza davanti alla Basilica di Santa Giustina a Padova hanno deciso di salutare la ragazza per l'ultima volta in questo modo, rispettando la richiesta fatta dalla sorella di Giulia, Elena Cecchettin, subito dopo aver saputo della sua morte.

"Non fate un minuto di silenzio per Giulia, ma bruciate tutto e dico questo in senso ideale – aveva detto la ragazza – per far sì che il caso di Giulia sia finalmente l'ultimo, ora serve una rivoluzione culturale".

Che cosa rappresenta il gesto di agitare le chiavi di casa

Il gesto, tuttavia, non è nato con il femminicidio di Giulia Cecchettin. È stato infatti già utilizzato in passato. "Il mostro ha le chiavi di casa" era stato infatti il grido delle manifestanti dell'associazione femminista ‘Non una di Meno' quando, il 27 novembre 2021, a due giorni dalla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, avevano marciato a Roma agitando e facendo rumore con i loro mazzi di chiavi.

Chiavi che simboleggiano la casa, il luogo che nell'immaginario collettivo dovrebbe essere il più sicuro. Ma dove invece molte donne sono costrette a vivere l'incubo della violenza di mariti, compagni, fidanzati. "L‘assassino ha le chiavi di casa e il picco di segnalazioni durante l'emergenza Covid dimostra ancora una volta che la casa non è un luogo sicuro per le donne", avevano spiegato le attiviste.

I dati sui femminicidi ambito familiare o affettivo in Italia

Secondo dati Istat, "nel periodo 1 gennaio – 19 novembre 2023 in Italia le donne uccise in ambito familiare/affettivo sono state 87; di queste, 55 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner".

Un fenomeno, quello della violenza di genere, che continua a dilagare implacabile e che non smette di essere una tremenda realtà per molte. Secondo uno studio del Cnr, il 51% della popolazione femminile tra i 18 e gli 84 anni ha riferito di essere stata vittima almeno una volta, nel corso della propria vita, di un episodio di violenza fisica o psicologica. Quelle più gravi sono state esercitate da partner o ex partner, parenti o amici.

Le chiavi come arma di autodifesa

Le chiavi di casa sono anche quell'oggetto che, quando rientrano da sole la sera, le donne hanno imparato a stringere forte tra le mani per poter aprire la porta in tempi rapidi o nella speranza che queste possano essere un'arma da utilizzare in caso di aggressione.

I dati ancora una volta vengono in soccorso per spiegare quanto le donne possano sentirsi in pericolo nello spazio pubblico, camminando per le strade della propria città. Solo una donna su due, dice l'Istat, si sente sicura ad uscire la sera da sola al buio nella zona in cui vive, contro i tre quarti degli uomini.

392 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views