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Perché la famiglia naturale non esiste in natura, spiegato ai politici dall’evoluzionista Telmo Pievani

Telmo Pievani, evoluzionista e filosofo della biologia, spiega a Fanpage.it come in natura esistano innumerevoli modelli di famiglia: i cuccioli possono essere anche accuditi dal gruppo, da due madri o da due padri. L’omosessualità è diffusissima, così come la transessualità. Ecco qualche esempio.
A cura di Davide Falcioni
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Il professor Telmo Pievani, fotografia di Rossano Ronci
Il professor Telmo Pievani, fotografia di Rossano Ronci

Qualche giorno fa Peppa Pig ha fatto irruzione nella campagna elettorale delle elezioni politiche italiane.

Un episodio, andato in onda martedì scorso nel Regno Unito, mostra per la prima volta nella storia del cartone animato una coppia omosessuale: si tratta delle due mamme di un personaggio introdotto di recente nella serie, Penny Polar Bear, amico della protagonista. Apriti cielo: svariati politici italiani di destra hanno criticato la puntata di Peppa Pig chiedendo preventivamente alla RAI – sulle cui reti va in onda la versione italiana della serie – di non trasmetterla.

Il motivo è presto detto ed è stato sintetizzato da Silvio Berlusconi. "Difenderemo sempre il modello della famiglia naturale composta da un uomo e una donna che crescono dei figli", ha detto il leader di Forza Italia, mentre l'ex ministro Carlo Giovanardi e l'ex presidente del Forum Famiglie Luisa Santolini presentato un esposto formale sostenendo che "non possono esistere né in natura né legalmente due mamme, mentre nella realtà per concepire un figlio esiste un padre di cui si è utilizzato il patrimonio genetico".

Insomma, ancora una volta spesso si usa la "natura" per giustificare scelte esclusivamente ideologiche. Per la destra la "famiglia naturale" è esclusivamente  quella composta da un uomo, una donna e possibilmente dei figli e anche i rapporti sessuali "naturali" sarebbero esclusivamente quelli tra maschi e femmine – possibilmente monogami. Il resto è perversione, devianza, e come tale va bandita e censurata.

Ma siamo sicuri che sia così? Facciamo un gioco. Adottiamo anche noi il criterio della "natura" e andiamo a vedere cosa c'è dentro, per davvero. Ne abbiamo parlato con il professor Telmo Pievani, filosofo della biologia, evoluzionista e saggista.

Prima domanda: ha senso connotare "moralmente" la natura?

Da scienziato mi colpisce molto l'utilizzo della natura in chiave ideologica. Se anche esistesse un unico modello naturale di famiglia – e come vedremo non è affatto così – dobbiamo considerare che la natura non è un'autorità morale: ciò che deriva dall'evoluzione, dalla biologia, non necessariamente è "buono" e "giusto". Al contrario, in natura esistono cose fantastiche e terribili, la natura è colma di violenza, discriminazioni, morte, ma anche solidarietà, cooperazione, altruismo. La natura è piena di contraddizioni e sperimenta le soluzioni adattative più disparate; non è il posto dove andare a cercare norme e devianze. È un peccato che nel 2022 dobbiamo ancora ribadirlo: ce l'hanno insegnato secoli fa filosofi come David Hume, Kant e altri maestri.

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Esiste in natura un modello di "famiglia naturale" standard?

No, non esiste: in natura – al di fuori della specie umana – si sperimentano le soluzioni più diverse e se guardiamo i nostri "parenti" più stretti è già un bel "pasticcio". Gli scimpanzé sono monogami ma con molta promiscuità tra maschi e femmine; i bonobo non hanno una famiglia duale, ma i cuccioli vengono accuditi da tutto il gruppo. Non solo, in questa specie il sesso è un modulatore sociale e dell'aggressività, ed esistono omosessualità e bisessualità. Tra i bonobo si fa sesso non solo per riprodursi, ma anche semplicemente per stare insieme, e per fare pace dopo dei combattimenti si organizzano delle vere e proprie orge in cui tutti si accoppiano con tutti. Tra i gorilla vige la monogamia; tra gli orango anche, ma ci sono molte eccezioni. Come vede, si tratta di comportamenti naturali. E noi scegliamo: vogliamo essere più simili agli scimpanzé, ai bonobo o ai gorilla? Chiaramente si tratta di una domanda priva di senso.

Ma qui uno potrebbe rispondere che nel caso degli homo sapiens la monogamia sembra essere il comportamento più naturale…

Assolutamente no, la monogamia è una delle invenzioni più recenti nella storia dell'evoluzione umana. Inoltre nelle culture umane esistono modelli familiari diversi: pensiamo ai cacciatori raccoglitori, in cui i bambini sono gestiti dall'intero gruppo. Insomma, usare la natura per giustificare delle leggi sulla "famiglia naturale" è un'operazione ideologica senza alcuna base scientifica.

Nei bonobo è il sesso a regolare i conflitti e i cuccioli vengono allevati dal gruppo
Nei bonobo è il sesso a regolare i conflitti e i cuccioli vengono allevati dal gruppo

Anche l'omosessualità è molto diffusa in natura?

Sì, solo nei mammiferi conosciamo 200 specie biologiche in cui l'omosessualità è un comportamento assolutamente normale. Pensiamo ad esempio ai bisonti. Anche tra gli uccelli è molto presente.

L'omosessualità non è un comportamento riproduttivo. Perché è così diffusa, dunque?

Non lo sappiamo ancora con esattezza ma potrebbero esserci origini evolutive multiple, ad esempio legate all'accudimento sociale dei cuccioli o dei parenti. Secondo un'altra tesi l'omosessualità è emersa in natura tra le femmine che avevano una prole molto numerosa, e quindi che non avevano bisogno di riprodursi. Le ipotesi sono le più disparate, quindi: di certo sappiamo che l'omosessualità è naturale, diffusa, frequente e stabile in innumerevoli specie. Dopodiché voglio essere chiaro: come fanno giustamente notare le comunità gay, con le quali mi capita spesso di interagire su questi temi, a loro non interessa niente che l'omosessualità sia diffusa anche nei bisonti perché non hanno alcun bisogno di giustificazioni naturali. Ed hanno ragione da vendere.

In natura esiste anche il cambiamento di sesso?

Certo che sì. Si tratta di una strategia efficacissima adottata da moltissimi pesci, rettili e uccelli. Non solo si può decidere il sesso del nascituro in base alla temperatura di cova, ma si può anche cambiare il proprio sesso in determinate condizioni. Quando la riproduzione è un compito rischioso e difficile e – ad esempio – si vive in ambienti molto vasti, in cui trovare un partner è complicato, cambiare sesso facilita la riproduzione. Pensiamo all'ermafroditismo, che è il mio caso preferito: lo stesso individuo ha sia la parte maschile e che quella femminile e quindi può autofecondarsi. Oppure, cosa straordinaria, due ermafroditi possono decidere di accoppiarsi tra di loro: succede nelle lumache e in molte altre specie.

Ci fa qualche esempio di transizione sessuale?

Pensiamo alle orate o ai pesci pagliaccio protagonisti del celebre film d'animazione Nemo: questi ultimi sono molto solitari e vivono protetti dalle anemoni di mare, velenosissime per tutti tranne che per loro. Quando vogliono riprodursi, questi pesci devono uscire allo scoperto e mettersi alla ricerca di un partner esponendosi al rischio di essere predati. Entrano in un'altra anemone e magari trovano un esemplare dello stesso sesso. Se ne hanno la facoltà, possono cambiare sesso e il gioco è fatto. Quel viaggio periglioso non si sarà rivelato inutile perché i pesci pagliaccio sono  ermafroditi proterandrici: questo tipo di ermafroditismo è diffuso in molte altre specie di animali, dove gli esemplari nascono e vivono la prima parte della vita come maschi, per poi subire un cambio di sesso con l'età diventando a tutti gli effetti femmine. Sono animali proterandrici molte specie di vermi, molluschi e pesci. Ad esempio, l'orata, per l'appunto.

I pesci pagliaccio praticano regolarmente la transizione sessuale
I pesci pagliaccio praticano regolarmente la transizione sessuale

Parliamo di genitorialità. Cosa possiamo imparare, per davvero, dalla natura?

Innanzitutto che la genitorialità non è necessariamente legata al sesso bensì a una funzione. Negli albatros – in particolare quelli delle Hawaii  – ci sono pochi maschi e moltissime femmine, quindi le coppie di queste ultime – che potremmo definire lesbiche – sono diventate la normalità. Quando deve riprodursi, una delle due si fa fecondare da uno dei pochi maschi in circolazione, ma saranno poi entrambe le femmine a far nascere il cucciolo e a crescerlo. Ci sono poi i bonobo, nostri cugini strettissimi, che allevano i cuccioli in gruppo; in genere sono delle matriarche anziane a curare i piccoli, mentre maschi e femmine più giovani si dedicano ad altre attività. Nei cavallucci marini e nei pinguini sono i maschi a ad accudire i cuccioli e i primi fanno persino schiudere le uova, potremmo parlare a tutti gli effetti di "mammi". Naturalmente poi c'è anche il modello che consideriamo classico: quello in cui i due genitori sono un maschio e una femmina.

Negli albatros delle hawaii i pulcini vengono allevati da due mamme; nei pinguini e nei cavallucci marini ad accudire i piccoli sono invece i maschi.
Negli albatros delle hawaii i pulcini vengono allevati da due mamme; nei pinguini e nei cavallucci marini ad accudire i piccoli sono invece i maschi.

Ma è solo una delle tante opzioni presenti in natura, giusto?

Sì, la genitorialità è legata alla funzione e non al sesso e questo è evidente anche dai dati a nostra disposizione in ambito umano: circolano queste idiozie, secondo cui i bambini che crescono con genitori dello stesso sesso svilupperebbero delle turbe psichiche. Non è affatto così: dipende dalla funzione che due persone assumono rispetto al bambino: dall'amore che donano, dall'attenzione che prestano e dall'educazione che sono in grado di impartire. Tutto il resto non ha niente a che fare con la natura.

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