Perché la difesa di Francesco Schettino ha deciso di rinunciare a chiedere la semilibertà

"Ci sono stati dei problemi con l'opzione lavorativa che la difesa precedente aveva proposto al Tribunale di Sorveglianza e quindi ho decido con Francesco Schettino di rinunciare perché non sarebbe stato più possibile". Così a Fanpage.it l'avvocata Francesca Carnicelli ha spiegato perché hanno rinunciato (per ora) a chiedere la semilibertà. Specificando inoltre che non diranno molto altro sulla loro scelta perché "questa decisione coinvolge anche terzi soggetti". Per ora quindi Schettino, condannato a 16 anni di reclusione perché ritenuto responsabile 13 anni fa del naufragio di Costa Concordia all'isola del Giglio provocando la morte di 32 persone, resta in carcere a Rebibbia.
Per chiedere e ottenere la semilibertà ci devono essere dei requisiti indispensabili. Uno tra tutti quello di un progetto lavorativo fuori dal carcere, ovvero l'opzione che è mancata in questo caso. I dettagli restano riservati. L'avvocata Francesca Carnicelli ha tenuto a precisare: "Si tratta di una scelta difensiva adatta a questo momento. Nessun segreto drammatico. Questa fase del percorso sarà più riservata". Quando e se ci saranno le condizioni verrà fatta una nuova richiesta alla semilibertà: "In questo caso non avevamo scelta perché non avevamo una prospettiva lavorativa idonea da proporre al Tribunale di Sorveglianza. Abbiamo dovuto rinunciare. Tutti gli altri requisitivi che riguardavano Schettino erano però positivi".
Tutta questione di pochi giorni: l'udienza era prevista per il 4 marzo, ma poi era slittata a ieri martedì 8 aprile perché era cambiato il giudice relatore. Dopo quell'udienza, Schettino ha scelto di cambiare difensore. Sarebbe stato quello precedente, l'avvocata Paola Astarita, ad aver presentato l'istanza per chiedere l'accesso al regime di semilibertà. Ora invece con il nuovo legale hanno deciso insieme di rimandare a quando tutti i requisiti saranno possibili.
Francesco Schettino era stato condannato a 16 anni di carcere il 15 febbraio del 2015. Condanna che poi era stata confermata anche dalla Corte d'Appello di Firenze. Infine a rendere la sentenza definitiva era stata la Cassazione il 12 maggio del 2017. Durante il procedimento invece Costa Crociere aveva patteggiato una sanzione da un milione di euro.