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Cambiamenti climatici

Perché la crisi idrica del nord Italia peggiorerà nonostante le piogge di questi giorni

Giulio Betti, meteorologo e climatologo del CNR: “Purtroppo non si risolve una siccità profonda con un paio di perturbazioni, neppure se intense. Anche se a maggio dovesse piovere tutti i giorni al nord la siccità durerebbe fino a settembre”.
Intervista a Giulio Betti
Meteorologo e climatologo presso il Consorzio LaMMA e il CNR.
A cura di Davide Falcioni
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Le precipitazioni che sono state registrate nelle ultime settimane sulle regioni del centro e sud Italia hanno parzialmente alleviato la crisi idrica, ma la siccità continuerà a mordere al nord a causa del clima secco dello scorso inverno, della scarsissima neve presente sull'arco alpino e delle temperature sensibilmente più alte della media.

A dirlo, intervistato da Fanpage.it, Giulio Betti, meteorologo e climatologo presso il Consorzio LaMMA (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale) e l’Istituto di Biometeorologia del CNR di Firenze. "Quella che stiamo vivendo è una siccità eccezionale con pochissimi precedenti nel passato: per ritrovare condizioni simili dobbiamo tornare indietro di secoli". Secondo lo scienziato nelle regioni del nord Italia si dovrà stringere i denti almeno fino a settembre e le piogge che cadranno nei prossimi giorni non saranno in grado, se non in minima parte, di riempire gli invasi e riportarli su livelli accettabili.

Per questo, in prospettiva futura, è indispensabile che le istituzioni seguano le direttive della comunità scientifica e adottino piani di adattamento al cambiamento climatico che permettano di realizzare una "banca dell'acqua" alla quale attingere nei periodi di grave crisi idrica.

Giulio Betti
Giulio Betti

Le precipitazioni registrate nelle ultime settimane rientrano nella media storica del periodo?

Non disponiamo ancora dei dati ufficiali riguardanti il mese di aprile ma la percezione è che abbia piovuto più della media al centrosud, soprattutto sul versante adriatico, mentre al nord e su parte della Toscana le precipitazioni sono state inferiori alla norma: qui il deficit idrico continua ad essere grave, in  particolar modo nel nord-ovest.

Si era mai vista una siccità del genere nel nostro Paese?

No. Stiamo parlando di una siccità eccezionale con pochissimi precedenti: per ritrovare condizioni simili dobbiamo tornare indietro di secoli, anche se la situazione naturalmente è differente da regione a regione. In generale, comunque, crisi idriche di questa dimensione hanno tempi di ritorno secolari e rispetto al passato oggi sono molto più gravi perché le temperature medie sono sensibilmente più alte e favoriscono la perdita di acqua per evapotraspirazione ed evaporazione. Riepilogando: seppur molto raramente in passato ci sono state annate siccitose, ma i suoi effetti oggi sono molto peggiori in virtù del fatto che in primavera, estate, autunno e talvolta persino in inverno si registrano condizioni di caldo eccezionale che aumentano la perdita idrica.

E quanto incide il cambiamento climatico sui fenomeni che stiamo osservando?

Molto. Sappiamo che è molto probabile che a causa del cambiamento climatico periodi siccitosi saranno in futuro sempre più frequenti, duraturi e intensi. Sappiamo anche che la siccità che ha colpito l'Europa Occidentale lo scorso anno è stata la peggiore degli ultimi 5 secoli. La differenza è che 500 anni fa le temperature erano molto più fresche rispetto ad oggi.

Le piogge delle ultime settimane possono alleviare, almeno in parte, la crisi idrica?

Bisogna distinguere l'Italia centromeridionale da quella settentrionale. Al centrosud la carenza idrica è stata in buona parte recuperata: anzi, ci sono zone in Puglia, Calabria, Sicilia orientale e Abruzzo in cui abbiamo avuto un surplus di pioggia e gli invasi si sono riempiti al punto tale da essere stati parzialmente svuotati in mare. La situazione è invece diametralmente opposta al nord e su parte della Toscana settentrionale, dove continua a non piovere. Il Po, l'Adige e il Piave sono praticamente in secca e sulle Alpi non c'è neve; le poche piogge delle ultime settimane non hanno assolutamente sanato la crisi idrica e quelle attese da domani a sabato avranno un impatto molto relativo. Purtroppo non si risolve una siccità profonda con tempi di ritorno secolari con un paio di perturbazioni, neppure se intense. Insomma, anche se a maggio dovesse piovere tutti i giorni al nord la siccità durerà comunque fino a settembre. È inevitabile. Naturalmente, comunque, ogni precipitazione sarà ben accetta e costituirà una piccola boccata d'ossigeno.

Di recente è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Siccità. Quali misure consiglierebbe al Governo di adottare contro la crisi idrica?

Non ho avuto ancora modo di approfondire il Decreto Siccità, ma da quello che so sono state varate misure abbastanza ovvie volte a ridurre almeno in parte gli sprechi. In generale comunque andrebbero adottate tutte le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici suggerite dalla comunità scientifica negli ultimi anni. Vanno aumentati gli invasi, vanno anche messi in collegamento tra loro senza arrivare a dover gettare acqua in mare in caso di surplus. Va anche ripensata l'agricoltura introducendo coltivazioni meno idro-esigenti e geneticamente più pronte a sopportare lunghe fasi di siccità. Si dovrebbe puntare maggiormente sull'irrigazione idroponica. Insomma, la risorsa idrica va il più possibile stoccata e immagazzinata: visto che nevica sempre meno e a quote sempre più alte dovremmo costituire una sorta di "banca dell'acqua" per custodire questa risorsa fondamentale.

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