Perché il mandato di arresto contro Putin potrebbe spingere la Cina a smettere di sostenere la Russia
Ieri la Corte penale internazionale dell’Aja ha emesso un mandato di arresto contro il presidente russo Vladimir Putin, accusato di crimini di guerra e contro l'umanità, e in particolare di aver deportato migliaia di bambini ucraini in Russia dopo l'inizio dell'invasione in Ucraina. Una decisione "simbolica" secondo Eleonora Tafuro Ambrosetti, analista politica dell'ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) ed esperta di Russia, Caucaso e Asia centrale, intervistata da Fanpage.it.
“La Russia non è membro della Corte penale internazionale (così come gli Stati Uniti e persino l'Ucraina, che non hanno mai ratificato lo statuto di Roma ma tuttavia riconoscono la giurisdizione del tribunale) – spiega l'esperta di diritto internazionale – allo stesso tempo, il tribunale non conduce processi in contumacia, quindi Putin dovrebbe essere portato fisicamente all'Aja per poter essere processato”.
Secondo Tafuro Ambrosetti dunque fino a quando Putin "rimane in Russia è al sicuro". E l'ipotesi del presidente russo che, dopo la richiesta di mandato di arresto internazionale, possa recarsi "in Polonia o in altri stati che potrebbero far rispettare il mandato di arresto e incarcerarlo" è altamente improbabile.
Secondo i tre giudici della Corte penale internazionale, l’italiano Rosario Aitala, il giapponese Tomoko Akane e il costaricano Sergio Ugalde, il presidente russo, insieme a Maria Alekseyevna Lvova-Belov, Commissaria dei diritti dei bambini a Mosca, avrebbe deportato in Russia migliaia di bambini e adolescenti ucraini, contro la loro volontà per poi essere sottoposti a pratiche di adozione e rieducazione forzate, così da cancellare l’identità ucraina, violando di fatto le Convenzioni di Ginevra sul diritto internazionale umanitario.
La violazione del diritto internazionale umanitario è alla base della decisione dei giudici dell'Aja che, secondo l'esperta dell'ISPI, hanno voluto lanciare "un messaggio molto forte": questo mandato di arresto internazionale ci dice che "nessuno, nemmeno il leader di un membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu, è ‘intoccabile'".
Infine c'è un altro elemento importante in questa decisione dell'Aja che riguarda l'imminente incontro tra il presidente russo Putin e il suo omonimo cinese Xi Jinping che si recherà a Mosca dal 20 al 22 marzo: “Anche se penso che la tempistica sia una coincidenza – spiega Tafuro Ambrosetti – la decisione arriva poco prima della prima visita di Xi Jinping in Russia dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca”.
“Mentre Putin – conclude – cercherà di dipingere il mandato di arresto come un'ulteriore prova della russofobia occidentale, ciò potrebbe in realtà innervosire Xi già costretto ad affrontare la crescente pressione occidentale affinché smetta di sostenere il regime russo”.