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Perché i prezzi di benzina e gasolio sono tornati a crescere

I prezzi di benzina e gasolio hanno subito rialzi sostanziali sia in modalità self che servito: mediamente il primo ha superato quota 1,88 euro al litro, il secondo 1,73 euro/litro. Una situazione che rischia di pesare non poco sulle tasche degli italiani in vista dell’esodo estivo.
A cura di Antonio Palma
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Dopo mesi di sostanziale decrescita, seguita a un boom dei prezzi causati dalla crisi internazionale, i prezzi di benzina e gasolio sono tornati ad aumentare, sia in modalità self che servito, raggiungendo livelli che non si vedevano da mesi. Rialzi sostanziali sono segnalati in tutti i distributori e non fanno eccezione le cosiddette “pompe bianche”, le stazioni di servizio indipendenti. Una situazione che rischia di pesare non poco sulle tasche degli italiani in vista dell’esodo estivo quando molti si metteranno in viaggio per raggiungere le mete di vacanza.

Nel dettaglio, il prezzo della benzina ha superato quota 1,88 euro al litro in media in modalità self, mentre il prezzo del gasolio si attesta a 1,73 euro/litro, sempre in modalità self, come calcola Staffetta Quotidiana. Il prezzo maggiore ovviamente in autostrada con la benzina al servito che mediatemene costa 2,2 euro al litro.

Secondo i dati comunicati dai gestori all'Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese ed elaborati dalla stessa agenzia di stampa sull’energia, il prezzo sulle autostrade per la benzina al self service è 1,954 euro/litro, per il gasolio self service 1,812 euro/litro (servito 2,075), per il Gpl 0,834 euro/litro, per il metano 1,539 euro/kg, per il Gnl 1,312 euro/kg.

Fuori dalle autostrade, la benzina al servito costa mediamente 2,014 euro/litro mentre il prezzo del gasolio è a 1,866 euro/litro. Il prezzo del Gpl al servito è a 0,701 euro/litro, il metano servito è a 1,417 euro/kg, il Gnl è a 1,243 euro/kg.

Ma per quale motivo i prezzi di benzina e gasolio sono tornati a crescere? A spingere i prezzi dei carburanti verso l’alto è il costo del Brent che a sua volta è dovuto principalmente a due fattori, il calo delle scorte di prodotti raffinati in Usa e lo stop di alcune raffinerie sia negli stessi Stati Uniti sia in Europa che in Asia. Gli stop forzati di Baton Rouge, in Usa, di Pernis, nei Paesi bassi e di Mizushima, in Giappone, insieme alle decisioni dell'Arabia Saudita di tagliare la produzione di greggio non aiutano e le scarse scorte con l’elevata domanda del periodo fanno innalzare i prezzi.

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