Perché i contagi da Covid-19 stanno crescendo così rapidamente in Italia
Dieci settimane consecutive di aumento dei casi in Italia. E per la prima volta si registrano “segnali di criticità significativi relativi alla diffusione del virus”. Il report settimanale dell’Istituto superiore di sanità, elaborato con il ministero della Salute sulla base dei dati regionali, riguarda l’analisi dei dati della settimana che va dal 28 settembre al 4 ottobre. Il Coronavirus – sottolinea il report – “oggi circola in tutto il Paese”. L’incidenza cumulativa è di 44,37 casi per 100mila abitanti. Si registra un aumento anche dei casi sintomatici e in ben 17 Regioni si ha un incremento del numero dei casi rispetto alla settimana precedente. L’indice Rt nazionale è pari a 1,06.
I focolai attivi in Italia e la trasmissione del virus
I focolai attivi in Italia sono 3.805, di cui 1.181 nuovi. E i focolai riguardano ormai praticamente tutta l’Italia, con ben 104 province su 107 in cui si riscontrano focolai attivi. Per quanto riguarda la trasmissione del virus, rimane prevalentemente in ambito domiciliare, con ben il 77,6% dei casi. Molto minore il tasse di contagi nelle attività ricreative (solo il 4%), mentre aumenta leggermente il numero in ambito scolastico, con il 2,5% del totale dei focolai che si registra proprio negli istituti. Sono oltre e4mila, invece, i nuovi casi non riconducibili a un link epidemiologico preciso. Infine, sale anche il numero delle persone ricoverate, anche in terapia intensiva.
Continuano a salire i contagi da Covid-19
Le conclusioni riportate dall’Iss spiegano cosa sta avvenendo in Italia e quali sono i motivi per cui i contagi continuano a salire: “In Italia si osserva un’accelerazione del progressivo peggioramento dell’epidemia di SARS-CoV-2 segnalato da dieci settimane, che si riflette in un notevole carico di lavoro sui servizi sanitari territoriali. Per la prima volta si segnalano elementi di criticità significativa relativi alla diffusione del virus nel nostro Paese”. Il suggerimento è quello di “evitare eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati”. C’è poi una preoccupazione espressa nel report: “La situazione descritta in questo report evidenzia importanti segnali di allerta legati a un aumento della trasmissione locale”. La conclusione è che “si evidenzia una nuova fase epidemiologica con un notevole carico dei servizi territoriali che va monitorato per i suoi potenziali riflessi sui servizi assistenziali”.
È il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, a fare il punto attraverso il consueto video settimanale: “Aumenta per la decima settimana consecutiva il numero di casi, questa volta un po’ più. L’Rt supera di poco l’unità. Si registrano focolai in tutte le regioni italiani. Il numero di ricoveri ospedalieri tende ad aumentare, ma non si registra un sovraccarico delle terapie intensive. Bisogna essere prudenti, evitare le aggregazioni, utilizzare sempre la mascherina, applicare il distanziamento fisico e curare l’igiene delle mani”.
L'indice Rt Regione per Regione
Ecco i dati dei singoli indici Rt Regione per Regione:
Abruzzo 1,13
Basilicata 0,93
Calabria 1,02
Campania 1,24
Emilia-Romagna 0,84
Friuli-Venezia Giulia 1,09
Lazio 1,16
Liguria 1,09
Lombardia 0,95
Marche 0,91
Molise 0,61
Bolzano 1,1
Piemonte 1,3
Trento 1,18
Puglia 1,01
Sardegna 1,01
Sicilia 1,22
Toscana 0,99
Umbria 1,12
Valle d’Aosta 1,09
Veneto 1,13.