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Omicidio Giulia Cecchettin

Perché Filippo Turetta rischia l’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin: l’analisi dell’esperto

L’avvocato Daniele Bocciolini spiega a Fanpage.it perché Filippo Turetta rischia l’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin e perché non può accedere al rito abbreviato: “La prima udienza del processo verrà celebrata sicuramente dopo l’estate, entro ottobre/ novembre”.
Intervista a Daniele Bocciolini
avvocato penalista, esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, Consigliere Pari Opportunità e Commissione Famiglia e Minori dell'Ordine degli Avvocati di Roma. 
A cura di Ida Artiaco
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"Filippo Turetta in caso di condanna, rischierebbe sicuramente la pena massima prevista, ovvero l’ergastolo. Non è pertanto possibile l'accesso al rito abbreviato con il conseguente sconto di pena di 1/3. Considerato che prima deve essere celebrata l’udienza preliminare, la prima udienza del processo verrà celebrata sicuramente dopo l’estate, entro ottobre/ novembre".

A parlare è Daniele Bocciolini, avvocato penalista, esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, Consigliere Pari Opportunità e Commissione Famiglia e Minori dell'Ordine degli Avvocati di Roma. A Fanpage.it ha spiegato cosa rischia Filippo Turetta nel giorno in cui la Procura di Venezia ha annunciato la chiusura delle indagini sull'omicidio di Giulia Cecchettin, contestando al ragazzo il reato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, porto d'armi continuato e occultamento di cadavere.

Avvocato Daniele Bocciolini
Avvocato Daniele Bocciolini

Chiuse le indagini, e con il capo d'imputazione formulato, cosa rischia Turetta in caso di condanna?

"Alla luce della circostanza aggravante contestata della premeditazione, in caso di condanna, rischierebbe sicuramente la pena massima prevista, ovvero l’ergastolo. La premeditazione è stata riconosciuta alla luce dei dati oggettivi emersi all’esito delle indagini: Turetta aveva pianificato nel dettaglio l'omicidio di Giulia Cecchettin, compreso l'occultamento del cadavere, e la sua fuga. La pena in questo caso è maggiore proprio perché è trascorso un notevole lasso di tempo tra la progettazione del piano criminoso e la sua attuazione. E in tutto questo tempo l’indagato ha deciso di portarlo avanti senza mai desistere".

Perché non sarà percorribile la via del rito abbreviato?

"In primo momento era stato contestato l'omicidio volontario – seppure aggravato – ed era astrattamente possibile per Turetta accedere al rito abbreviato trattandosi di un delitto con una pena massima pari a 30 anni di reclusione. La novità è che al momento, essendo stata contestata l’aggravante della premeditazione, comportando l’applicazione della pena dell’ergastolo, non è più possibile per Turetta accedere al rito abbreviato. Questo perché nel nostro ordinamento l’accesso al giudizio abbreviato (giudizio allo stato degli atti) con il conseguente sconto di pena di 1/3 è precluso ai delitti puniti in astratto con la pena dell’ergastolo".

Gli avvocati difensori a cosa potrebbero appellarsi per ridurre questa possibile pena? Nei mesi scorsi si parlava di perizia psichiatrica.

"Per Turetta, allo stato, nessuna istanza è stata depositata dalla difesa e non sono emerse diagnosi pregresse di problemi mentali. Sarà importante l’esito delle prime valutazioni psicologiche e psichiatriche in carcere. Non è escluso che la difesa nomini un consulente tecnico di parte e che successivamente, anche in fase processuale, chieda una perizia psichiatrica. Questo approfondimento non implica necessariamente che lo stesso sia definito incapace. Non tutti i disturbi di personalità, infatti, come ci ricorda la Suprema Corte di Cassazione, sono tali da incidere sull’imputabilità, ma solo quelli che siano di consistenza, intensità, rilevanza e gravità tali da incidere concretamente sulla stessa; invece, non assumono rilievo ai fini della imputabilità le altre "anomalie caratteriali" o gli "stati emotivi e passionali", che non rivestano i suddetti connotati di incisività sulla capacità di autodeterminazione del soggetto agente. È chiaro che le conseguenze in termini di pena sarebbero notevoli. Ma dobbiamo uscire da questa rappresentazione per la quale in ogni ipotesi di femminicidio ci si debba necessariamente giocare la carta della perizia psichiatrica; nè tantomeno i Tribunali sono obbligati a disporle in assenza dei presupposti".

Che tempi ci sono adesso? Quando potrebbe cominciare il processo?

"La difesa in questa fase, ovvero dalla notifica della chiusura delle indagini preliminari, ha un termine di 20 giorni (che possono essere prorogati su richiesta, considerata la mole del fascicolo) per poter prendere visione e copia di tutti gli atti del PM, poi potrà presentare memorie e chiedere l’eventuale interrogatorio di Turetta. Successivamente verrà fissata l’udienza preliminare: in questa fase potrà interloquire e presentare deduzioni anche sulla contestazione così come formulata dal PM. All’esito dell’udienza preliminare con ogni probabilità verrò disposto il rinvio a giudizio di Turetta dinanzi alla Corte di Assise. Considerato che prima deve essere celebrata l’udienza preliminare, la prima udienza del processo verrà celebrata sicuramente dopo l’estate, entro ottobre/ novembre".

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