Perché è stato arrestato il medico di Messina Denaro: “Tumbarello ha prescritto centinaia di ricette”
Alfonso Tumbarello, pur senza prendere parte all'associazione mafiosa, ha assicurato a Cosa Nostra "le proprie competenze mediche e i propri poteri derivanti dalla qualità di medico di medicina generale convenzionato con il Sistema sanitario nazionale".
Comincia così l'ordinanza di applicazione della misura cautelare firmata dal giudice Alfredo Montalto nei confronti di Alfonso Tumbarello, il medico di medicina generale di Campobello di Mazara che ha avuto in cura Matteo Messina Denaro negli ultimi 2 anni, "dal luglio 2020 fino al gennaio 2023", firmando per lui "almeno 95 ricette per la somministrazione di farmaci e almeno 42 per lo svolgimento di analisi ed esami diagnostici", tutti formalmente prescritti ad Andrea Bonafede, ma in realtà indirizzati al boss di Castelvetrano.
Il medico era stato iscritto nel registro degli indagati nei giorni successivi all'arresto di Messina Denaro lo scorso 16 gennaio, ed oggi è arrivata la notizia dell'arresto. I reati contestati al professionista sono concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico.
Nell'ordinanza si legge che Tumbarello è senza dubbio "il protagonista centrale di tutto il percorso terapeutico seguito" dal boss di Cosa Nostra, "le cui prestazioni sono state indispensabili nel corso degli ultimi due anni per consentire al latitante di essere curato e assistito dalle diverse strutture sanitarie pubbliche che lo hanno preso in carico, oltreché per ottenere i farmaci la cui somministrazione è stata necessaria per la sua attuale sopravvivenza".
Le prescrizioni di farmaci ed esami venivano però ritirati da Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato l'identità a Messina Denaro ed erano effettuate a favore di quest'ultimo, in realtà in buona salute. Ciò ha permesso al latitante di sottoporsi anche a due interventi chirurgici, il primo dei quali nel novembre del 2020 presso l'ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, dopo che lo stesso Tumbarello ha realizzato una falsa scheda a nome di Andrea Bonafede, in cui "ha dato atto di aver eseguito personalmente un'accurata anamnesi e valutazione clinica del paziente (…), sollecitandone il ricovero".
Tale documento, scrive il Gip nell'ordinanza, "prova in modo incontrovertibile che Tumbarello ha visitato più volte Messina Denaro e ne è divenuto stabile interlocutore del lungo e tormentato percorso terapeutico del suo assistito". Per cui, dalle indagini effettuate emerge che il medico fosse "consapevole di aver peso in carico il pericoloso latitante", permettendogli di "sottrarsi alle ricerche e restare al vertice di Cosa Nostra trapanese".