Perché è necessario conservare gli scontrini
Quando è necessario conservare lo scontrino fiscale per evitare sanzioni? Non tutti sanno, per esempio, che quando si fa la spesa dal supermercato, anche quando supera diverse centinaia di euro, non è obbligatorio conservare lo scontrino, perché l'Agenzia delle Entrate in questo caso non avvierà delle verifiche.
L'Agenzia ha fatto sapere infatti che per quanto riguarda le spese quotidiane non è richiesto lo scontrino fiscale. Spese come abbigliamento, oggetti per la casa, libri, giocattoli, non rientrano nel redditrometro e non sono previsti controlli. Gli accertamenti scattano invece quando è richiesta una giustificazione delle spese sostenute dai contribuenti quando queste superano il 20% del reddito dichiarato. Su questo aspetto è bene ricordare che vengono presi in considerazione gli acquisti eseguiti mostrando il proprio codice fiscale o che avvengono con emissione di una fattura, ovvero mutui, polizze assicurative o affitti. Potrebbe essere richiesto al consumatore di esibire le ricevute di pagamento del mutuo per 5 anni, per le assicurazioni il tempo richiesto è di un anno; mentre le ricevute di pagamento o i contratti di affitto vanno conservati per 5 anni.
Nel mirino del fisco ci sono soprattutto: ricevute di viaggi e di prenotazioni e pernottamenti in hotel; scontrini per l'acquisto di mobili, arredi per interni ed elettrodomestici; biglietti di spostamenti in treno, in aereo o in nave; rette scolastiche o di asili nido. Il tempo di conservazione necessario per le ricevute di hotel e ristoranti è di 6 mesi. Per quanto riguarda le spese effettuate in farmacia, il tempo di conservazione richiesto dall'Agenzia delle Entrate è di 5 anni, nel caso in cui si tratti di farmaci richiesti attraverso la tessera sanitaria, per ottenere le detrazioni del 19%.
Anche le bollette potrebbero essere passate al vaglio dell'Agenzia delle Entrate, per non incorrere in contestazioni da parte del creditore. In questo caso è bene sapere che bisogna conservare le prove dell'avvenuto pagamento per 10 anni, se si tratta del Canone Rai; vanno conservate per 5 anni le bollette del gas, energia elettrica, rifiuti, bollette del telefono fisso, bollette dei cellulari, bollettini di Imu, Tari e Tasi, contributi previdenziali INPS, spese condominiali; le ricevute del bollo auto possono essere richieste per 3 anni, così come le parcelle e le fatture di avvocati, medici, notai e commercialisti. Passato il periodo previsto dalla legge l'eventuale debito in questione viene prescritto. Bisogna invece conservare per sempre gli atti di compravendita di case, gli atti notarili, gli atti di matrimonio.
Gli scontrini ai fini della garanzia
Per potere usufruire della garanzia di un prodotto lo scontrino non è necessario, anche nei casi in cui il negoziante lo ritenga indispensabile. L'importante è poter dimostrare comunque l'acquisto, attraverso un copia dell'assegno, una lista movimenti del bancomat o della carta di credito. Oppure basta avere dei testimoni che possano dimostrare l'avvenuta transazione. Ma per evitare qualunque problema, vista l'obbligatorietà per il consumatore di dimostrare di aver effettivamente comprato il prodotto, è opportuno conservare lo scontrino per almeno due anni, che è il periodo minimo richiesto per legge.
Ma secondo una sentenza del tribunale di Ivrea, lo scontrino non sarebbe una prova del pagamento, ma avrebbe solo una funzione di carattere fiscale. Lo scontrino secondo questa sentenza sarebbe solo una "presunzione" di pagamento. Ciò significa che da solo lo scontrino potrebbe non bastare a dimostrare la consegna di una somma di denaro, qualora ci si trovasse in presenza di una contestazione del venditore. Per fugare ogni dubbio, e per potare dimostrare il pagamento di una somma definita, quando il prezzo è elevato, potrebbero servire quindi la movimentazione bancaria, la presenza di un bonifico, di un pagamento tracciabile con carta di credito o l'emissione di un assegno.