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Guerra in Ucraina

Perché è fallita la controffensiva ucraina: l’analisi del Washington Post

Il quotidiano americano The Washington Post ha cercato di esaminare i motivi per cui la controffensiva ucraina contro la Russia è fallita e di spiegare perché una vittoria di Kiev appare sempre meno plausibile.
A cura di Ida Artiaco
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Che la tanto attesa controffensiva ucraina sia fallita è ormai un dato di fatto. Ne ha parlato la stampa internazionale, lo ha affermato a ottobre Vladimir Putin e lo ha ammesso pure il presidente Zelensky che nei giorni scorsi ha dichiarato in una intervista all'Associated Press che la guerra è in una nuova fase "con l'inverno che promette di complicare i combattimenti, dopo una controffensiva estiva che non è riuscita a produrre i risultati desiderati a causa della persistente carenza di armi e forze di terra", portando il conflitto ancora ad un punto morto.

Da cosa è dipesa questa situazione? Il quotidiano Usa The Washington Post ha provato a rispondere a questa domanda, facendo riferimento a interviste fatte a oltre 30 tra ufficiali ucraini, statunitensi ed europei che hanno rivelato una vera e proprio spaccatura che si sarebbe creata tra Kiev e gli Usa. Ma procediamo con ordine.

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Le forze armate ucraine, americane e inglesi, afferma il The Washington Post, effettuarono otto simulazioni di operazioni militari per pianificare la campagna, cominciata lo scorso giugno. Ma Washington sbagliò a valutare fino a che punto le forze ucraine potessero essere trasformate in una forza di combattimento "in stile occidentale" nel breve periodo, soprattutto senza fornire a Kiev una potenza aerea fondamentale per gli eserciti moderni.

Gli ufficiali americani e ucraini erano spesso in forte disaccordo su strategie, tattiche e tempistiche. Il Pentagono voleva che l'attacco avesse inizio a metà aprile per impedire alla Russia di continuare a rafforzare le proprie linee, mentre gli ucraini esitavano, insistendo di non essere pronti senza ulteriori armi e addestramenti. Addirittura, le simulazioni effettuate concludevano che le forze di Kiev, nella migliore delle ipotesi, potessero raggiungere il Mar d'Azov e tagliare fuori l'esercito russo a Sud in un periodo di tempo compreso fra i sessanta e i novanta giorni.

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Ancora, gli Stati Uniti si dicevano a favore di un attacco concentrato lungo l'asse meridionale, mentre la leadership ucraina riteneva che le sue forze dovessero attaccare in tre diversi punti lungo il fronte di 600 miglia, in direzione sud verso Melitopol e Berdyansk sul Mar d'Azov e in direzione est verso la città di Bakhmut.

Per altro, secondo gli ufficiali dell'intelligence americana, scettici nei confronti dell'entusiasmo del Pentagono, le probabilità di successo dell'operazione non superavano il cinquanta per cento. E tutto ciò sottovalutando la capacità della Russia di riprendersi dopo i mancati successi delle settimane precedenti.

All'avvicinarsi dell'atteso lancio dell'offensiva, gli ufficiali ucraini temevano di subire perdite catastrofiche – mentre quelli americani ritenevano che il bilancio sarebbe stato in ultima analisi più negativo senza un attacco decisivo. Tutti questi fattori, afferma il quotidiano americano, rendono la vittoria dell'Ucraina contro la Russia sempre meno plausibile rispetto ad anni di guerra e distruzione.

Addirittura, specifica il The Washington Post, "l'anno si appresta a concludersi con il presidente russo Vladimir Putin più sicuro che mai di poter attendere più a lungo del volubile Occidente e di assorbire completamente il territorio ucraino già occupato dalle sue forze armate".

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A tuto questo si aggiungano gli evidenti problemi sul campo di battaglia. Il 70% delle truppe hanno guidato la controffensiva, equipaggiate con le più recenti armi occidentali, sono entrate in battaglia senza alcuna esperienza di combattimento. Il comandante delle forze statunitensi in Europa, inoltre, non è riuscito a entrare in contatto con il comandante in capo dell'Ucraina per settimane nella prima parte della campagna, a causa della tensione per la riconsiderazione da parte americana delle decisioni sul campo di battaglia.

Complessivamente, l'Ucraina ha riconquistato solo circa 200 miglia quadrate di territorio, al costo di migliaia di morti e feriti e di miliardi in aiuti militari occidentali solo nel 2023. Le linee territoriali di giugno 2023, quando è cominciata la controffensiva, non sono cambiate di molto. Per questo, il presidente russo Vladimir Putin lo scorso ottobre ha detto: "Per quanto riguarda la controffensiva, che presumibilmente è in fase di stallo, è completamente fallita".

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