video suggerito
video suggerito

Perché Don Giulio Mignani ha deciso di lasciare il sacerdozio e la Chiesa: “Nessuna apertura al confronto”

Don Giulio Mignani, il prete sospeso ‘a divinis’ per due anni e mezzo per le sue posizioni su aborto, eutanasia e diritti Lgbtq+, ha deciso di lasciare il sacerdozio e la Chiesa Cattolica. Lo ha comunicato lui stesso in una lettera inviata al vescovo, monsignor Luigi Ernesto Palletti, responsabile della diocesi di La Spezia, e pubblicata per intero sui social.
A cura di Eleonora Panseri
350 CONDIVISIONI
Immagine

Don Giulio Mignani, il prete sospeso ‘a divinis' per due anni e mezzo per le sue posizioni su aborto, eutanasia e diritti Lgbtq+, ha deciso di lasciare il sacerdozio e la Chiesa Cattolica.

Lo ha comunicato lui stesso in una lettera inviata al vescovo, monsignor Luigi Ernesto Palletti, responsabile della diocesi di La Spezia, e pubblicata per intero sui social.

La decisione, ha spiegato lo stesso sacerdote, è stata maturata durante il periodo della Quaresima. Mignani dice di aver riscontrato “anche personalmente, l’inesistenza di una Chiesa ‘madre’ che si interessa della vita dei suoi membri e di una Chiesa ‘famiglia’ aperta all’ascolto e al confronto fraterno”.

“Ho avuto modo di approfondire – scrive ancora – non solo i temi che hanno motivato la mia sospensione, ma anche altri aspetti importanti che fanno parte della dottrina della Chiesa Cattolica“.

L’ex parroco di Bonassola si era trovato in contrasto con la Curia a causa delle sue parole di apertura ai diritti delle coppie omosessuali, all’autodeterminazione delle donne sul proprio corpo, alla libera scelta sul fine vita. Don Giulio si era esposto come attivista per i diritti, partecipando anche a diversi Pride.

Il prete sostiene di sentirsi “a disagio e sempre più lontano rispetto alla maggior parte delle dottrine che vengono proposte dalla Chiesa”. Un disagio “sedimentato nel tempo” e che deriva “non solo dal modo con il quale la Chiesa affronta i temi legati alla teologia morale, quali i diritti della comunità lgbtqia+, l’eutanasia o l’aborto".

"Mi è in realtà di ostacolo tutto il sistema dottrinale, elaborato in tempi ormai lontani e mai seriamente rivisitato in chiave critica, alla luce dei saperi, della sensibilità e delle reali domande della contemporaneità”, ha spiegato ancora il Don.

La critica mossa dal prete è all’intero sistema basato sui dogmi e "all’assurda e pericolosa convinzione della Chiesa Cattolica di possedere un rapporto privilegiato con la Verità“.

Video thumbnail

Cosa che, a suo giudizio, ha determinato “il permanere di una situazione che costituisce un’offesa al buon senso e alla ragionevolezza delle persone, soprattutto in ragione del modo dogmatico e autoritario di trattare i temi”.

“Ho così maturato la decisione – conclude, chiedendo anche la rinuncia al battesimo – di abbandonare non solo il sacerdozio ministeriale ma anche la mia stessa appartenenza alla Chiesa”.

350 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views