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Perché domani e dopodomani sciopereranno i taxi in tutta Italia

Nicola Di Giacobbe, segretario generale di UN.I.C.A. CGIL, spiega a Fanpage.it perché domani e dopodomani i taxi sciopereranno in tutta Italia.
A cura di Davide Falcioni
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Lo sciopero generale dei taxi indetto in tutta Italia per domani e dopodomani, 5 e 6 luglio, è stato confermato. Era stato annunciato diverse settimane fa, ma la viceministra delle infrastrutture e trasporti Teresa Bellanova aveva la scorsa settimana ricevuto i sindacati dei lavoratori del settore per discutere le motivazioni della mobilitazione e tentare di evitarla, senza successo. All’origine dello sciopero, l’articolo 10 del disegno di legge Concorrenza, che i tassisti ritengono dannoso per la propria attività di lavoro e che chiedono al governo di eliminare dal decreto legge ora in discussione nella commissione Attività produttive della Camera. Fanpage.it ne ha parlato con Nicola Di Giacobbe, segretario generale di UN.I.C.A. CGIL, l'Unione italiana conducenti di auto pubbliche.

Perché avete deciso di scioperare?

Lo sciopero è stato indetto per chiedere lo stralcio dell'articolo 10 del dl Concorrenza: intendiamo aprire un confronto con il governo che sia finalizzato a risolvere e non di certo assorbire in silenzio ciò che Draghi e i suoi ministri vogliono propinarci senza un confronto né in Parlamento, né con le parti sociali. Vogliamo che la legge che regolamenta il nostro settore venga efficientata e messa al passo coi tempi, ma tutto questo non può che avvenire secondo i canoni normali di una democrazia: il dialogo con le parti interessate.

Cosa prevede l’articolo 10 del dl concorrenza? Perché lo contestate?

Di fatto questo articolo mette a rischio il ruolo di Comuni e Regioni nel contingentamento dei tassisti, ma renderebbe inutile anche la funzione del tassametro, ovvero di una tariffa amministrata. Il problema vero è che – se approvata – la norma comprometterebbe lo stesso servizio pubblico inteso come tale.

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Ci spiega, nel concreto?

Se non sono i Comuni a stabilire il numero degli operatori in base alle esigenze dei territori che amministrano, e se non sono loro a fissare una tariffa legata ai bisogni delle città, tutto passa attraverso un algoritmo gestito da multinazionali che non hanno nessun interesse allo svolgimento del servizio ma solo a mettere all'asta delle corse il cui prezzo sarà destinato ad oscillare, aumentando quando c'è molta richiesta e diminuendo quando invece la richiesta scende.

Ma le piattaforme online sono piuttosto gradite dagli utenti…

Noi non siamo contrari a dotarci di strumenti del genere, non contestiamo l'idea che un aggregatore possa passare i servizi ai nostri operatori. Tuttavia vogliamo che questa intermediazione sia normata e non vada ad alterare né modificare l'essenza di un servizio pubblico. Quando multinazionali come Freenow o Uber portano una deregolamentazione di fatto del settore, amministrando la tariffa con un algoritmo e con un contingentamento degli autisti, si assiste a logiche che hanno molto a che fare con il caporalato. D'altro canto più autisti ci sono, più il costo del loro lavoro è basso.

Gli autisti di vetture reperibili su queste piattaforme sono abilitati a trasportare dei passeggeri?

No, si tratta di persone che fanno questo lavoro senza avere i necessari requisiti. Oltre ad evadere le tasse, mettono anche a repentaglio la sicurezza dei passeggeri.

In che modo?

Immagini di trovare su queste piattaforme un passaggio in aeroporto dato  da un soggetto che guida un'auto potenzialmente non sicura, e che non è abilitato. Noi tassisti invece rispettiamo tutte le leggi: siamo in possesso di una specifica patente KB, siamo iscritti al ruolo di conducenti, abbiamo superato degli esami e abbiamo i requisiti civili e penali per svolgere un servizio pubblico.

La scorsa settimana avete incontrato viceministra del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Teresa Bellanova. Cosa vi ha detto?

Si è resa l'impegno di ascoltarci. Ma attenzione: quello che le abbiamo detto è che siamo disponibili fin da subito a discutere insieme di tutti i problemi che sono in campo, ma a una condizione: si esca da logiche di mercato e di concorrenza all'interno del servizio pubblico e si discuta in Parlamento, non in tavoli ministeriali.

Che prospettive future hanno i tassisti?

Prendiamo i principali aeroporti italiani, come Roma e Milano: il 75% delle persone li raggiunge con un mezzo privato e solo il 25% utilizza treni, bus o taxi. Ebbene, noi vogliamo creare le condizioni affinché quel 75% diventi a breve termine il 50%, dando una migliore prospettiva di mobilità integrata anche attraverso i taxi. Come UN.I.C.A. CGIL lavoriamo su questo tipo di prospettiva.

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