Perché da Capodanno 2023 700 detenuti dovranno tornare in carcere
Settecento detenuti dovranno ritornare in carcere a partire dalla notte di Capodanno. È infatti scaduto, senza essere stato prorogato, il permesso Covid del quale hanno goduto per due anni e mezzo come misura alternativa.
"Per loro la mezzanotte non rappresenta il momento a cui affidare le proprie speranze per il futuro, ma al contrario il ritorno in carcere, la fine del periodo inaugurato con il Covid in cui, al regime di semilibertà, si accompagnava la facoltà di dormire presso la propria abitazione, sperimentando in tal modo, come dimostra l'esperienza compiuta, una progressiva responsabilizzazione e il ritorno alla normalità", è stato il commento di Mauro Del Barba, deputato di Azione-Italia Viva, firmatario della richiesta di proroga di queste licenze straordinarie per i semiliberi, che ora si appella al ministro della Giustizia Nordio.
All'inizio della pandemia, molti ergastolani o condannati a lunghe pene erano in semilibertà, trasformata in libertà quasi piena come misura contro l'emergenza sanitaria per evitare che il virus circolasse all'interno degli istituti penitenziari.
Si ricordi che la semilibertà, che è regolata dall’articolo 48 dell’ordinamento penitenziario, è una misura alternativa per la quale il condannato definitivo – dopo aver già scontato in cella almeno 20 anni se ergastolano, e invece due terzi della pena o metà della pena a seconda dei vari reati – può trascorrere parte del giorno fuori dal carcere per andare a lavorare o a studiare. Si rientra, poi, in carcere, a fine giornata, per dormire.
Come ha sottolineato Il Corriere della Sera, i rientri non avverranno comunque tutti in massa a Capodanno: c'è tempo fino a metà gennaio, se i detenuti in semilibertà avevano provveduto a richiedere per tempo, nelle scorse settimane, giorni di licenza ordinaria.