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Perché Calderoli ha assolutissimamente ragione

Della serie come defecare sulla libertà di parola rivendicando la libertà di espressione. A mo’ di satira (perciò, se dovete incazzarvi, almeno siate sicuri di aver capito il senso dell’articolo)
A cura di Saverio Tommasi
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Ricordate quando Calderoli disse che la Kyenge gli ricordava un orango? La chiamò "una battuta nei termini della simpatia". Oggi il Senato ha negato l'istigazione all'odio razziale, ma ha autorizzato il processo per diffamazione.
Lo dico chiaramente: io credo che il Senato abbia fatto il tipico errore della sinistra italiana, perché permettere che uno statista come Roberto C. sia processato per diffamazione è come chiudere Mandela in prigione per 27 anni. Ve lo dico io cosa avrebbe dovuto fare il Senato italiano, signori miei, se davvero al Senato italiano interessasse qualcosa dei veri profughi, cioè degli italiani che non arrivano alla fine del mese.
Il Senato avrebbe dovuto alzarsi in piedi applaudendo Calderoli e facendo un piccolo inchino, e ringraziarlo per le sue parole non buoniste. Poi avrebbe dovuto nominarlo Ministro, che tanto bene già fece, quel brav'uomo, con quella strepitosa idea della legge elettorale. E poi lo stesso Senato avrebbe dovuto farsi garante di una raccolta firme per passare in prima serata tv tante altre belle espressioni non razziste. Ad esempio io avrei visto bene il conduttore Bruno Vespa nell'atto di grattarsi un neo e dire:

1) Ebreo naso aquilino torna nel ghetto da cui sei uscito!
2) Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani…
3) Zingari carogne tornate nelle fogne.
4) Acab.
5) SStation.
6) #siamotuttihimmler
7) E poi qualche divertentissima barzelletta del tipo: "Sai qual è la parte più dura di un vegetale? La carrozzina".
8) Ma anche cose esilarantissime come "che cos'hanno in comune le catene della macchina e un nero? Vengono tutti e due trainati".
9) Oppure questa, aspettate, ancora più bella: "A un italiano chiedi come ti chiami, a un nero chi è il tuo padrone".
10) E infine Vespa con la bacchetta che dirige il coro "Buon Natale Calderoli maiale". E anche il grande Robeto C. lo canterebbe, perché lui è per la libertà di parola e contro l'idea che esistano espressioni diffamanti.

Oh che bel giorno, signori miei, quello in cui davvero potremo urlare "Calderoli maiale" senza rischiare un processo per diffamazione.

E invece oggi il Senato italiano, facendo ennesimo scempio della libertà di espressione, ha permesso che un buon uomo di provincia vada a processo per diffamazione solo per aver detto scimmia negra a una negra. Ma se lei è di quel colore e con quelle forme che colpa ne può avere il grande Roberto Calderoli odontoiatra da Bergamo e sposato con rito celtico?

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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