Perché ai funerali di Benedetto XVI hanno partecipato meno persone rispetto a quelli di Papa Wojtyla
I funerali di Benedetto XVI hanno riportato alla mente quelli del precedente Papa, Giovanni Paolo II, celebrati proprio da Joseph Ratzinger l’aprile 2005. È inevitabile fare dei confronti: ai funerali di Giovanni Paolo II partecipò un numero di capi di Stato, di rappresentanti di altri religioni, di fedeli molto più alto di quello visto nella giornata di ieri in piazza San Pietro e il solo colpo d’occhio diceva molto.
Per le esequie di Benedetto XVI la piazza non era neppure piena e questo nonostante ci fosse più gente di quella che ci si aspettava, sessantamila persone circa contro le cinquantamila attese. Si calcola che siano stati, invece, duecentomila i pellegrini e i romani che abbiano fatto visita, nei tre giorni precedenti, alla salma del pontefice emerito.
Nulla a che vedere con le stime del 2005, che riportarono ben tre milioni di fedeli in coda per rendere l’ultimo omaggio a Giovanni Paolo II. Numeri probabilmente esagerati, ma che marcano comunque una grande distanza dal suo successore.
Basti pensare che c’è stato chi, per entrare in basilica a rendere omaggio a Karol Wojtyla ha dovuto restare in fila anche 24 ore, con gente accampata in strada durante la notte, mentre l’attesa per Ratzinger è stata molto più breve.
Il Comune di Roma dovette mettere su una macchina organizzativa imponente “come se fosse un altro giubileo del 2000” nel giro di poche ore, mentre nell’ultima settimana si è fatto fronte all’emergenza con strumenti ordinari.
Ma perché questa grande differenza di comportamento nei confronti dei due Papi? Le ragioni possono essere molteplici.
La prima è, senza dubbio, il calo del sentimento religioso nell’Europa occidentale. In pochi da altri continenti, per motivi logistici, si sono recati a rendere omaggio al Papa, quindi il grande afflusso è arrivato dai Paesi del nostro continente.
Tutte le statistiche indicano che la quantità e la percentuale di fedeli cattolici, complice anche il crollo della natalità, è in costante ribasso, anno dopo anno. Meno fedeli cattolici significano anche meno persone che partecipano a riti e celebrazioni religiose, come si può notare recandosi in una qualsiasi parrocchia la domenica. Anche i numeri del turismo religioso nei santuari europei, soprattutto dopo gli anni del Covid-19, è crollato.
Il secondo motivo è che Benedetto XVI non era il papa regnante, ma “solo” il Papa emerito, come è stato ricordato più e più volte nel corso delle esequie di ieri.
Benedetto non era più, quindi, il successore di Pietro, incarico che dal 2013 è ricoperto da Francesco e questo certamente ha fatto sorgere meno “appeal” per l’evento. La copertura mediatica è stata molto più bassa di quella riservata per la morte di Giovanni Paolo II, ma anche, per fare un paragone più recente, a quella per la scomparsa della regina Elisabetta II.
Infine, il terzo motivo è legato alla personalità di Ratzinger, uomo timido e schivo a differenza del suo predecessore, che ha sempre goduto di maggior favore da parte dell’opinione pubblica cristiana, ma anche laica.
L’immagine di Giovanni Paolo II (si badi bene, solo l’immagine, il giudizio storico sui pontificati già dice tutt’altro) è stata gestita in modo molto diverso da quella del suo successore. Anche qui, basta entrare in un qualsiasi negozio di articoli religiosi per rendersene conto: si trovano ovunque immagini, statuette, medaglie con il volto di Giovanni Paolo II, mentre qualcosa che rappresentasse il pontificato di Benedetto XVI era assente addirittura dalle bancarelle nei pressi di piazza San Pietro durante i funerali.
Tanti più striscioni, tante più bandiere per Giovanni Paolo II durante le esequie, molte più grida di "santo subito" da parte dei fedeli. Semplicemente, la gente comune ha amato più Giovanni Paolo II che Benedetto XVI e questo, chiaramente, ha portato a una partecipazione diversa ai funerali dei due Papi.