“Per solidarietà al mio compagno mi sposerò bendato, saremo entrambi ciechi”: storia di Tony e Andrea
Quella raccontata da Andrea Fiorucci e Tony Donno alla Gazzetta del Mezzogiorno è una storia d’amore che lungo la sua strada ha dovuto fare i conti con discriminazioni ed episodi di abilismo.
Partendo dall’inizio, Andrea Fiorucci e Tony Donno, residenti a Lecce, sono una coppia da 17 anni; il primo, 40 anni, è un ricercatore di Pedagogia speciale presso l’Università del Salento, il secondo, 55, lavora come impiegato della regione Puglia ed è non vedente.
Dopo 17 anni insieme, qualche mese fa i due hanno deciso di unirsi civilmente e si sono quindi recati al Comune di Lecce per suggellare la loro unione.
Ma non appena varcata la soglia, lo scorso 11 aprile, sono cominciati a spuntare inaspettati ostacoli. Al momento della lettura della promessa, infatti, l’Ufficio Anagrafe del Comune di Lecce ha preteso che venisse convocato un interprete, da affiancare a Donno che ha una disabilità visiva, così da poter leggere l’atto al suo posto.
E la stessa richiesta è stata avanzata anche per il giorno del matrimonio, previsto per il prossimo 23 giugno.
“La funzionaria rifiutava di procedere – riportano Fiorucci e Donno alla Cronaca di Lecce della Gazzetta – perché, a suo dire, era necessaria la presenza di un interprete. Eravamo sbalorditi. In tutti questi anni di vita insieme non ci è mai capitata una cosa del genere. È stata calpestata la nostra dignità di cittadini e di essere umani”.
Richiesta ancor più difficile da accettare poiché si trattava di leggere un testo di nemmeno 10 righe: dovrebbe essere un dovere della stessa amministrazione, ai fini di garantire il raggiungimento dell’effettiva libertà, eguaglianza e pieno sviluppo dell’individuo – principi di cui la stessa Costituzione si fa portavoce e garante – quello di rendere accessibili atti e documenti anche alle persone non vedenti, nel codice Braille o con documenti digitali.
“Riteniamo che siano stati violati molti diritti: dall’inaccessibilità dei servizi comunali alla scarsa preparazione e sensibilità degli uffici competenti a gestire la relazione con ‘persone’ con disabilità, alla discriminazione istituzionale verso cittadini con disabilità, alle procedure amministrative che non rispettano la dignità della persona con disabilità e la sua autodeterminazione”, la denuncia della coppia.
Dopo aver chiesto anche il parere dell’ufficio legale dell’Unione Italiana Ciechi, Fiorucci e Donno avevano fatto un appello direttamente al sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, affinché la questione potesse essere seriamente presa in considerazione – nel rispetto della legge del 1975 che in passato aveva dichiarato che la figura del testimone non era obbligatoria – in vista delle nozze del 23 giugno.
Tra le motivazioni avanzate dalla coppia, il fatto che la pretesa di un testimone “lede il diritto alla privacy in quanto obbliga due persone a coinvolgere parti terze, così come lede il diritto di autodeterminazione di un cittadino che dall’essere disabile diventa disabilitato/inabilitato dalla stessa amministrazione comunale che invece dovrebbe tutelarlo”.
Ma questa speranza è durata bene poco: la richiesta è stata infatti respinta, a seguito del parere del garante delle persone con disabilità che ha giudicato valida e legittima la scelta dei funzionari dell’ufficio Anagrafe.
Tony Donno, quindi, durante la celebrazione dovrà essere affiancato da un testimone che leggerà al posto suo, in un momento così importante della sua vita.
Il promesso sposo Fiorucci non ha accettato, però, di restare impassibile di fronte a quella che viene definita una “mortificazione”. In tutta risposta, ha comunicato che il 23 giugno si presenterà bendato: "Per solidarietà al mio compagno mi sposerò bendato, così sarò cieco anch'io".
“La nostra storia – afferma Fiorucci – dovrebbe essere l’occasione per mostrare buon senso, coraggio, empatia, volontà ad aprire un dibattito serio e critico sull’accessibilità, sul concetto di autodeterminazione e autonomia della persona con disabilità. Invece che provocare una levata di scudi verso due cittadini”.
L’auspicio della coppia è che anche altri seguano l’esempio, decidendo di bendarsi durante la cerimonia.
Comunque vada, non sarà questo episodio a rovinare la giornata che celebrerà l’amore della coppia: “Ci uniremo civilmente e la nostra vita procederà con quell’auspicabile serenità che l’ha colorata per 17 anni di vita insieme. I veri ciechi, in questa storia, sono chi gli occhi ce li ha, ma non li vuole usare per guardare”.