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Covid 19

Per Rezza (Ministero Salute) “contro le varianti i test antigenici sono utili quanto i molecolari”

Secondo Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, “la variante inglese del Covid-19 è molto trasmissibile e diffusa sul territorio italiano, ma per fortuna non diminuisce l’efficacia dei vaccini. I test antigenici mantengono la loro utilità. Naturalmente in casi specifici è giusto il ricorso per la conferma ai test molecolari”.
A cura di Ida Artiaco
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Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, ha fatto il punto sulla situazione varianti Covid presenti in Italia in un video che è stato diffuso dallo stesso Ministero. L'esperto ha ricordato che al momento "sono tre le varianti conosciute di Sars-CoV-2. Prima di tutto c'è quella inglese, molto trasmissibile e diffusa sul territorio italiano, ma che per fortuna non diminuisce l'efficacia dei vaccini. Per quanto riguarda la variante brasiliana e quella sudafricana, hanno una distribuzione molto limitata sul territorio nazionale".

Tuttavia, ha sottolineato ancora Rezza, "queste mutazioni della proteina spike sono per ora un fenomeno piuttosto raro e i test antigenici mantengono la loro utilità. Naturalmente in casi specifici è giusto il ricorso per la conferma ai test molecolari". Per quanto riguarda le misure da adottare per contrastare la circolazione delle varianti, il direttore ha spiegato che "a causa della diffusione delle nuove mutazioni l'Istituto superiore della Sanità e il Ministero della Salute stanno rafforzando la sorveglianza sia microbiologica che epidemiologica e conducono anche studi di prevalenza ripetuti che ci dicono la distribuzione di tali varianti sul territorio nazionale".

Attualmente la variante inglese, che quella più diffusa nel nostro Paese, rappresenta circa il 20 per cento dei nuovi casi positivi registrati negli ultimi giorni, come ha confermato una ricerca condotta sempre da Iss e Ministero della Salute sulla base dei dati regionali. La trasmissione è particolarmente elevata nelle regioni dell'Italia centrale, in particolare Umbria, Abruzzo, dove è diventata il ceppo dominante, e Molise, con focolai anche in Toscana e nelle Marche, legati soprattutto all'ambito scolastico. Ma la percentuale delle varianti si aggira intorno al 20 per cento in Veneto e tra il 25 e il 20 per cento in Puglia e Liguria, segno che la circolazione è ormai in tutta la Penisola.

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