Per l’Iss “la pandemia rallenta, ma terapie intensive ben oltre la soglia critica: occupate al 41%”
La pandemia di Covid-19 sta lentamente rallentando in Italia ma il carico sulle strutture sanitarie, con l'occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica che hanno superato di molto la soglia critica, resterà alto per un periodo ancora relativamente lungo di tempo. È questo il quadro delineato da Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di Sanità, e da Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, nel corso della conferenza stampa di oggi dedicata ai dati dell'ultimo monitoraggio settimanale sulla situazione epidemiologica nel nostro Paese realizzato dalla Cabina di Regia. Negli ultimi sette giorni, ha spiegato Brusaferro, c'è una lenta decrescita sia dell'incidenza, che a livello nazionale è pari a 239 casi su 100mila abitanti, di contro ai 247 su 100mila abitanti della settimana precedente, che dell'Rt, cioè l'indice di trasmissibilità del virus, sceso a quota 0.98, quindi leggermente sotto la soglia di guardia di 1.
"Nell'ultimo periodo la curva epidemica inizia a decrescere ma si tratta di una decrescita molto lenta – ha detto Brusaferro -. C'è calo dei contagi in tutte le fasce d'età, ma si deve segnalare che la percentuale di focolai tra le strutture ospedaliere e le Rsa ha avuto una regressione molto netta, questo dovuto alla strategia vaccinale, con sanitari e Rsa tra le priorità, mentre si è abbassata ulteriormente l'età mediana dei nuovi casi, oggi sotto i 50 anni. Il numero di nuovi casi tra operatori sanitari rimane basso, a conferma dell'efficacia delle vaccinazioni. C'è anche una decrescita dei casi tra gli over-80, sempre attribuibile alle vaccinazioni". La situazione varia come sempre da regione a regione: "La maggior parte si trova in uno scenario di tipo 2, mentre Valle d'Aosta e Campania si trovano in uno scenario di tipo 3″. A preoccupare è però soprattutto la situazione negli ospedali: "I ricoveri sono ancora in crescita e destano preoccupazione, soprattutto i dati di saturazione al 41% di pazienti Covid delle terapie intensive, ben oltre la soglia critica del 30%".
Gli ha fatto eco Gianni Rezza: "Vediamo ora l'effetto di accumulo delle infezioni avute nelle scorse settimane. Passerà del tempo prima che si svuotino le terapie intensive, anche in area medica la percentuale tende a crescere. Dunque, la trasmissione sta diminuendo ma il carico sulle strutture sanitarie rischia di essere elevato per un tempo relativamente lungo. C'è poi circolazione delle varianti, quella inglese è presenta all'86%, che ha sostituito completamente la variante precedente in meno di due mesi, perché maggiormente trasmissibile. Più 4% per la cosiddetta brasiliana, non è aumentata rispetto alle scorse settimane, ma ci preoccupa un po' perché raggiunge punto del 20% in alcune regioni dell'Italia centrale". Per altro, Rezza ha aggiunto che proprio per quanto riguarda queste mutazioni "abbiamo visto molti focolai anche tra i bambini più piccoli e gli adolescenti, e ci sono dati umbri che mostrano incidenze molto elevate. Questa situazione ci dice che le misure di contenimento riescono ad arginare la corsa di queste varianti emergenti che certamente fatichiamo a contenere per cui ci vuole tempo prima di assestare la situazione epidemiologica e ci portiamo questo carico sulle terapie intensive e sul numero dei morti, ancora troppo alto. Torneremo alla normalità solo con l'accelerazione delle vaccinazioni e con l'arrivo della stagione estiva".