Per la prima volta l’assemblea generale dei Pride europei sarà in Italia: nel 2021 a Torino
Torino ha battuto Lisbona e sarà la prima città italiana ad ospitare l’assemblea generale dei Pride europei nell’autunno del 2021. Si tratta della più grande assemblea annuale della rete internazionale che organizza gli EuroPride nelle principali città del vecchio continente. L'Epoa (European Pride Organisers Association) nasce a Londra nel 1991 su iniziativa degli organizzatori dei pride di Amsterdam, Berlino e Londra per radunare le realtà che in tutta Europa si occupano di organizzare le varie manifestazioni. A partire da allora, l'associazione è cresciuta costantemente fino a raccogliere ad oggi le adesioni di oltre 90 organizzazioni attive in più di 30 paesi in tutta l'Unione. Durante l'assemblea generale viene scelta la città che ospiterà l'Europride per l'anno successivo.
La candidatura di Torino è stata presentata ufficialmente lo scorso 1 agosto dal Coordinamento del Torino Pride. Il responso positivo è arrivato il 4 ottobre in video conferenza. Il capoluogo piemontese è stato scelto con il 64% di voti a favore. Importante il supporto ricevuto dalle realtà istituzionali del territorio e dalla sindaca di Torino Chiara Appendino.
Anche le principali associazioni che organizzano i pride di Milano e Roma hanno voluto sostenere Torino in questa iniziativa, per sottolineare come la vittoria sia un segno dell'attenzione verso i diritti della comunità Lgbtq+ di tutta Italia.
Come spiega Alessandro Battaglia, attivista e coordinatore della candidatura per il Torino Pride: "É importante che l'evento sia ospitato dall'Italia innanzitutto per motivi di reputazione. Tradizionalmente queste assemblee si sono svolte sempre nel nord Europa dove sono più avanti di noi sul tema dei diritti, l'Italia quindi è il primo paese mediterraneo ad essere scelto, inoltre – continua Battaglia – in questo momento, visti i recenti episodi di violenza e discriminazione raccontati dalla cronaca e con la discussione in Parlamento della legge contro l'omolesbobitransfobia, è ancora più importante fare sentire la propria voce e proporre delle soluzioni concrete per migliorare la situazione". L’Italia è infatti uno dei pochi paesi europei a non avere ancora una legge che protegga espressamente la comunità Lgbtq+ da forme di odio e discriminazione.
In questo senso Il disegno di legge proposto dal deputato del Partito Democratico Alessandro Zan, approvato dalla commissione Giustizia della Camera e in attesa di essere discusso ad ottobre in aula, prevede delle modifiche al codice penale per cui sarà punibile come reato la discriminazione in base all'orientamento sessuale e all'identità di genere accanto ai motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. É inoltre prevista l'istituzione di una giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia per promuovere la cultura del rispetto a contrasto di discriminazioni e violenze.