Per il Riesame Barreca deve stare in carcere: era stato trasferito in una Rems perché incapace di intendere
Lo scorso 11 febbraio confessò di aver torturato e ucciso la moglie e due dei tre figli nella loro casa di Altavilla Milicia (Palermo) nel corso di un rito di esorcismo. Oggi il tribunale del Riesame del capoluogo siciliano ha annullato il provvedimento del gup di Termini Imerese che aveva dichiarato totalmente incapace di intendere e di volere Giovanni Barreca. La decisione arriva al termine di un tumultuoso iter.
Il giudice aveva disposto oltre alla scarcerazione dell'indagato anche il suo ricovero in una Rems, una struttura psichiatrica a Caltagirone. Il collegio ha invece stabilito che il muratore debba restare in carcere. Contro il provvedimento del giudice delle indagini preliminari aveva fatto ricorso la Procura di Termini Imerese che ha lamentato di non essere stata sentita sulla questione, soprattutto alla luce del fatto che il proprio consulente, a differenza del perito del gup, aveva concluso per la parziale e non per la totale incapacità di intendere e di volere di Barreca.
Al momento non si conoscono le motivazioni della decisione del Riesame che comunque non è ancora esecutiva in quanto soggetta a ricorso per Cassazione. L'indagato pertanto resta nella Rems e non torna in carcere.
Per la strage di Altavilla Milicia sono indagati anche i due coniugi Massimo Carandente e Sabrina Fina, ribattezzati "i fratelli di Dio". Secondo quanto ricostruito finora, sono stati loro ad officiare il terribile rito, con violenze e torture di ogni genere, per scacciare le presunte presenze demoniache che si sarebbero impossessate di alcuni membri della famiglia Barreca. Sarebbe coinvolta anche la figlia più grande di Barreca, che all'epoca dei fatti, tra l'8 e il 9 febbraio scorsi, aveva 17 anni. Avrebbe partecipato attivamente all'uccisione della madre e dei fratelli. Anche per lei è stata disposta una perizia psichiatrica.