Per i medici italiani se i contagi Covid aumentano servono misure più drastiche per Capodanno
"Se i numeri della pandemia dovessero aumentare così come la pressione sugli ospedali, bisognerebbe passare a misure più drastiche dei tamponi anche per i vaccinati per i grandi eventi. Penso ad esempio ad una zona rossa come lo scorso anno a Capodanno per evitare che la situazione diventi ingestibile". Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), ha commentato così a Fanpage.it le ipotesi sul tavolo del Governo per fermare l'avanzata della variante Omicron in Italia e accelerare la somministrazione delle terze dosi di vaccino. Si ricordi che tra le misure al centro del dibattito politico, e che saranno discusse giovedì prossimo nel corso della Cabina di Regia convocata a Palazzo Chigi, ci sono la riduzione della validità del Green pass a 6 mesi e l'obbligo di tampone anche per i vaccinati per partecipare a grandi eventi o accedere agli stadi.
Dott. Anelli, cosa pensa delle ipotesi al vaglio del Governo nelle ultime ore?
"Sono due misure prudenziali. La prima, quella della riduzione della validità del Green pass, deriva dal fatto che consentirebbe di prevedere eventualmente una ulteriore dose di vaccino nella speranza di averne anche uno adeguato alla variante Omicron per aprile, come è stato comunicato da Pfizer. Questo mi sembra un passaggio molto importante che permetterebbe di accelerare su questo percorso. La seconda, invece, è di valutazione generale. Laddove nei grandi eventi le persone sono testate, ovviamente la possibilità che circoli il virus si riduce drasticamente. Questo, unito ai vaccini, consente di poter verificare e rafforzare questa misura prudenziale. In questa fase, considerata l'emergenza che sta imponendo numeri sempre più importanti, resta valido il fatto che il governo si riservi di limitare queste manifestazioni tout court, senza nemmeno ricorrere ai tamponi. Se la curva continua a crescere si dovrà decidere per misure ancora più restrittive".
Quanto siete preoccupati per le feste di Natale?
"Il problema più importante per noi è Capodanno, perché sul Natale è difficile intervenire a pochissimi giorni di distanza e con provvedimenti molto drastici. L'idea sarebbe quella, come per altro stanno prendendo in considerazione già molti sindaci, di limitare le manifestazioni del primo dell'anno. Un atteggiamento di prudenza è fondamentale. È chiaro che in questi giorni se i numeri tendono a salire drammaticamente, sia dei contagi che della pressione sugli ospedali, si dovrà decidere per un approccio diverso. Non si potrà più parlare della necessità di fare i tamponi ma di introdurre misure più drastiche".
Pensa ad una zona rossa come quella dello scorso anno?
"Si, esatto. Tenga conto che la preoccupazione di tutti è il fatto che si possa arrivare ad un numero di ricoveri che diventa più elevato e che comporti la necessità di dislocare i professionisti dalle sale operatorie in rianimazione e questo si traduce in una riduzione dei servizi e dell'assistenza che già nel passato aveva determinato un aumento del numero dei morti per altre patologie".
Giovedì ci sarà la Cabina di Regia. Crede che ci si sarebbe dovuti muovere prima per parlare di nuove misure?
"È una valutazione che il Governo può fare, per noi è difficile dirlo. Ciò che è certo è che abbiamo la massima fiducia nell'Esecutivo".
Come è la situazione negli ospedali rispetto allo scorso anno?
"Abbiamo numeri assolutamente più bassi, il 70% in meno, la situazione è migliore sicuramente sebbene oggi noi abbiamo una attività sociale quasi normale. Se i numeri dovessero salire, così come la pressione sugli ospedali, le restrizioni sarebbero fondamentali perché servirebbero a garantire i servizi sanitari. Vorrei ricordare che nel 2020 abbiamo avuto 30mila morti oltre a quelli Covid dovuti al fatto che i servizi sanitari si sono ridotti. E non possiamo più permetterlo".