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Per gli italiani comprare casa è sempre più difficile: per due famiglie su tre resta un sogno

Nell’ultimo Rapporto sull’Abitare realizzato da Nomisma e Crif, torna in auge il tema dell’accessibilità economica a una casa. A fronte di 3 milioni di famiglie, solo 980 mila nuclei possono accedere al suo acquisto. Quasi il 60% considera l’affitto l’unica soluzione possibile.
A cura di Giovanni Turi
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Presentato il 17esimo rapporto sull'Abitare realizzato da Nomisma e Crif
Presentato il 17esimo rapporto sull'Abitare realizzato da Nomisma e Crif

Comprare casa? Un miraggio per due famiglie su tre intenzionate a farlo. Sono difficoltà che si palesano in un mercato del mattone all'insegna della ripresa delle compravendite e del calo dei costi dei mutui per le sforbiciate dei tassi della Banca centrale europea.

A fotografare lo stato dell'arte è il 17esimo Rapporto sull'Abitare, realizzato da Nomisma e Crif e presentato in un evento in collaborazione con Confindustria giovedì 7 novembre. Da cui emerge come "negli ultimi anni l'inflazione abbia eroso il reddito disponibile che per 3 famiglie su 5 rimane inadeguato o appena sufficiente per far fronte alle necessità".

Da qui, l'aumento delle difficoltà di acquisto, in particolare "per le famiglie unipersonali e quelle più numerose", e di far fronte a canoni di locazione rincarati rispetto ai prezzi. Con l'aggiunta anche di un clima di fiducia meno positivo dall'anno scorso per il peggioramento delle prospettive di crescita del Paese, oltre a valutazioni al ribasso degli impatti economici e sociali legati "al perdurare dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente" e della "credibilità dei partiti".

L'obiettivo casa di proprietà, comunque, resta ben saldo in Italia: sono 3 milioni le famiglie che nei prossimi 12 mesi dichiarano un interesse all'acquisto. Eppure, devono fare i conti con la realtà, poiché solo 980mila presentano le condizioni economiche per farlo.

Un numero in crescita in confronto alle 700mila compravendite di abitazioni previste a consuntivo dell'anno 2024, ma che rimette al centro il tema dell'accessibilità economica all'acquisto. A maggior ragione dinanzi alle famiglie che considerano l'affitto l'unica soluzione per accedere alla compravendita, salite dal 56% del 2023 al 59,3% del 2024. Tradotto: 580mila nuclei familiari che valutano la casa pesando la sostenibilità del reddito.

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Altri trend: la quota di famiglie che ricorrono all'affitto per un periodo superiore ai 6 mesi è diminuito dal 5% al 3,3% nell'arco di un anno, perfino sotto i livelli della pandemia. "Anche in prospettiva la domanda risulta in calo, non tanto per un minore interesse, quanto piuttosto per un'offerta inadeguata rispetto alle richieste", si legge nel rapporto.

Da rimarcare poi i segnali di miglioramento della percezione delle famiglie sulla propria condizione economica e reddituale. Secondo il rapporto, la percentuale di famiglie intenzionate a comprare casa attraverso un mutuo è in calo (-2,3%). E meno difficoltà per le famiglie nel pagamento delle varie rate, chi ha dichiarato di avere problemi in questo senso è il 4,3% contro il 6% dell'anno scorso.

Come spiega il consigliere esecutivo di Nomisma, Luca Dondi, "per un crescente numero di italiani, l’acquisto di un’abitazione rischia di rivelarsi un sogno difficile da realizzare perché, seppure negli ultimi anni sia aumentata la consapevolezza della necessità di migliorare il proprio comfort abitativo, le famiglie si trovano a dover fare i conti con le proprie capacità finanziarie".

E prosegue la sua considerazione sul calo di interesse verso l’acquisto, che "sembra riguardare soprattutto la componente di famiglie più fragili da un punto di vista economico e reddituale. In questo quadro, per molti la locazione diventa l’unica strada percorribile, in attesa che le condizioni di accesso al credito consentano di riproporre l’ambizione proprietaria oggi forzosamente accantonata".

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