Per Cartabellotta (Gimbe) “no a liberi tutti con le riaperture, rischiamo di giocarci l’estate”
A maggio la situazione Covid in Italia potrebbe peggiorare. È questo l'allarme lanciato da Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, commentando ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus la roadmap delle riaperture che dovrebbero cominciare dal prossimo 26 aprile dopo mesi di chiusura a causa dell'emergenza Coronavirus. Per Cartabellotta se per "rischio ragionato", come lo ha definito il presidente del Consiglio Mario Draghi, "si intenderà un liberi tutti, la situazione a metà del prossimo mese peggiorerà. Mai come adesso deve emergere il concetto di alleanza tra politica, servizi sanitari e comportamenti dei cittadini perché questa è una fase molto delicata". E se ciò dovesse accadere, "se dovesse cioè ripartire la curva – ha aggiunto – rischiamo di giocarci la stagione estiva. La circolazione del virus è ancora molto rilevante, i ricoveri stanno scendendo, si sono ridotti quasi del 20% in 11 giorni, però in area critica e in terapia intensiva la discesa è più lenta e abbiamo ancora Regioni che sono oltre la soglia critica. Dobbiamo essere consapevoli che le riaperture stanno avvenendo sul filo del rasoio".
Tra i problemi c'è la lentezza della campagna vaccinale: "Bisogna accelerare su fascia 70-79. I 2 milioni di fragili al momento non vengono monitorati, questo è un limite del sistema informativo con cui vengono archiviate le vaccinazioni", ha detto ancora Cartabellotta, per il quale "è fondamentale ora continuare rispettare le regole", che tutti ormai conosciamo, dall'uso delle mascherine al distanziamento all'igiene personale. Sulla situazione dell’epidemia, il presidente della Fondazione Gimbe ha infine evidenziato che "il quadro oggettivo è abbastanza netto. La circolazione del virus è ancora molto rilevante, è vero che i nuovi casi si stanno progressivamente riducendo, ma abbiamo mezzo milione di casi positivi ed è un numero sotto stimato. Almeno per le prossime tre settimane avremo una riduzione dei nuovi casi e delle ospedalizzazioni. Poi però, quando torneremo al colore giallo, se da un lato ci può essere un pizzico di ottimismo per l’arrivo della stagione estiva, è altrettanto chiaro che aumentando i contatti sociali si rischia di far risalire la curva. Con questo numero di positivi, immaginare di arrivare in poco tempo alla soglia di 50 casi per 100mila abitanti come incidenza settimanale è sostanzialmente impossibile. Sicuramente entro la metà di giugno riusciremo a mettere in sicurezza anziani e fragili, ma questo avrà un aspetto prevalente sulle ospedalizzazioni, non sulla circolazione del virus. Quello del governo è stato anche un gesto di fiducia nei confronti degli italiani, l’importante è sottolineare che non è un liberi tutti".