L’area metropolitana di Bologna passa in zona arancione scuro dal 27 febbraio
Da giorni l'Emilia Romagna sta facendo registrare un nuovo picco di contagi da coronavirus che pongono la regione in testa a quelle più colpite nei dati quotidiani, a procurare in particolare è il Bolognese da dove arrivano la maggior parte dei focolai e che sembra essere nel pieno del "terzo picco" della pandemia di coronavirus. Una situazione che allarme le autorità locali e che per questo hanno deciso di inserire anche Bologna in zona arancione scuro. Lo ha annunciato lo stesso assessore regionale alla Salute dell'Emilia-Romagna, Raffaele Donini, a margine di una videoconferenza rispondendo a una domanda su una terza ondata pandemica. Il provvedimento decorrerà da lunedì 1 marzo per le scuole e dal 27 febbraio per tutto il resto.
"In Emilia-Romagna il Bolognese, ma non solo, è nel pieno del terzo picco" della pandemia di coronavirus e, "come per il circondario imolese", dove da oggi sono in vigore restrizioni aggiuntive come lo stop alle scuole dalle elementari in su, anche per l'area metropolitana di Bologna si "valutano misure più severe per contenere i contagi anche in considerazione della circolazione della cosiddetta variante inglese del virus" ha spiegato l'assessore. La giunta in queste ore avrà un vertice con il comitato scientifico locale per decidere nuove restrizioni. Alla Riunione d'urgenza convocata per il pomeriggio partecipando anche i sindaci della Città Metropolitana di Bologna.
In effetti nella provincia di Bologna in una settimana si è registrato quasi il 50% di casi in più, al ritmo di cinquecento o seicento contagi al giorno, un terzo dell'Emilia-Romagna. Numeri che hanno fatto schizzare anche l'indice Rt del contagio: nell'area metropolitana balza a 1.29, con un minimo di 1.26 e un massimo di 1.33, dati da zona rossa. Secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe, tra il 17 e il 23 febbraio nella città metropolitana di Bologna i nuovi casi sono stati il 49,4% in più rispetto a quella precedente, con un'incidenza di 382 casi ogni 100mila abitanti.