Per 30 giorni niente pesce fresco dal Tirreno e dallo Ionio
Trenta giorni di riposo, questo il tempo concesso alla fauna ittica nel mare italiano per poter "rifiatare" e ripopolarsi. Il fermo biologico è un provvedimento necessario affinché le specie ittiche di cui ci nutriamo non scompaiano dai nostri mari, ma – per gli addetti ai lavori – le autorità tendono a prolungare in maniera eccessiva il divieto di pesca. Fino al 18 ottobre i pescherecci italiani non potranno più scendere in acqua per pescare lungo Ionio e Tirreno. L'Adriatico, invece, si è già fermato con tempistiche diverse: dal 26 luglio al 6 settembre per l'alto Adriatico e dal 16 agosto al 27 settembre nei compartimenti marittimi da Pesaro a Bari. Sicilia e Sardegna decidono autonomamente i tempi, fermo restando uno stopdi almeno 30 giorni.
Niente pesce fresco a tavola per molti italiani e comunque non dal Tirreno e dallo Ionio. Coldiretti lamenta che "on il fermo biologico aumenta peraltro anche il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non e' in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare". In assenza di pesci "italiani", le grigliate si dovranno accontentare del pescato d'importanzione che, secondo quanto riportato dalla Coldiretti, è in crescita: "nei primi tre mesi del 2015 sono stati importati in Italia oltre 233 milioni di chili di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici con un aumento del 3 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, secondo un'analisi Coldiretti Impresapesca su dati Istat". Un motivo in più, probabilmente, per non volere la riduzione del fermo biologico, quanto la sua efficienza.
E' anche su questo campo che si concentra la critica della Confederazione, che obietta che "l'attuale format del fermo pesca, inaugurato esattamente 30 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poiche' non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell'anno. Da qui la proposta di Coldiretti Impresapesca di differenziare il blocco delle attivita' a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre".