Per 17 anni nascose il cadavere di Elisa Claps: riapre la chiesa degli orrori
La Curia vuole riaprire la chiesa della SS. Trinità, a Potenza. Dopo sette anni l'edificio nel cui sottotetto rimase nascosto per diciassette anni il cadavere di Elisa Claps potrebbe tornare, dopo costosi interventi di restauro, a rivestire l'antica funzione di luogo di culto. La riapertura prevista per i prossimi mesi ha suscitato non poche polemiche nella comunità potentina. Il ricordo del ritrovamento del corpo della studentessa uccisa da Danilo Restivo e rimasta sepolta nella soffitta di don Mimì Sabia, è ancora fresco nella memoria della città lucana. La ragazza fu aggredita sessualmente e uccisa a coltellate dall'allora diciottenne Restivo, figlio del direttore della biblioteca Maurizio Restivo e noto alla polizia per aver molestato diverse ragazze. Ancora oggi una parte della cittadinanza resta convinta che nell'occultamento dei resti di Elisa fosse coinvolta anche la Curia e che il ritrovamento fosse stato ‘orchestrato' a tavolino dopo la morte del vecchio sacerdote per liberarsi da quel terribile segreto.
I costi
Per la riapertura sono indispensabili interventi di restauro, però, per i quali manca parte di fondi necessari. Il direttore dell’ufficio tecnico-legale, don Cesare Covino, e l’economo diocesano don Massimiliano Scavone – come riporta la ‘Gazzetta del Mezzogiorno' – hanno redatto un preventivo da un milione e 892mila: 418mila euro per restaurare la chiesa e 474mila euro per la canonica. La Cei ha messo a disposizione un milione e 130mila euro a cui vanno ad aggiungersi i fondi della Diocesi per l’edilizia di culto. L'edificio, però, ha bisogno di nuove fondamenta per adeguarsi alle norme antisismiche e i soldi non bastano. Per questo potrebbe essere necessario un corposo contributo della regione Basilicata.