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“Penso a te e alla famiglia”: la lettera del prigioniero per la moglie e arriva al figlio 80 anni dopo

Dopo 80 anni, la lettera che aveva scritto a sua moglie durante la prigionia in Africa è giunta a destinazione, nelle mani del figlio (oggi 82enne) Pier Luigi. Nella missiva scritta alla sua Clara, Francesco Cerioli raccontava le sue condizioni di salute e la sua vita lontano dagli affetti.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Carissima Clara, sono qui che sto sdraiato pensando alla mia famigliola e alla mia mogliettina. La mia salute è ottima, quindi sii tu tranquillissima, te l'assicuro". Una lettera scritta il 28 agosto 1943 che è arrivata a destinazione dopo 80 anni. A scrivere era il sottotenente Francesco Cerioli e la destinataria era sua moglie, Clara Rondelli. Cerioli, allora poco più che 30enne, si trovava in un campo di prigionia in Africa. Il sottotenente si era arruolato nel novembre del 1942, a 32 anni, e due anni dopo il matrimonio con Clara Rondelli, era stato destinato alla Sicilia. Disarmato ma illeso, era stato fatto prigioniero e portato nel nord Africa, dal quale ogni giorno scriveva.

Tutte le altre lettere, seppur lentamente, sono riuscite ad arrivare a destinazione mentre quest'ultima ha impiegato 80 anni prima di trovare Pier Luigi, primogenito del sottotenente. Clara Rondelli, vera destinataria della missiva, è invece morta nel 2004. Nel corso di una cerimonia nella sede di Emil Banca ha ritirato la copia originale dalle mani di Michele Frabetti, dipendente dell'istituto di credito con la passione per il collezionismo di documenti. Nel suo lungo viaggio, infatti, la lettera era arrivata nelle mani di un collezionista di Praga che l'aveva poi messa in vendita per pochi euro su un sito specializzato. Il nuovo "postino" è poi riuscito a rintracciare la famiglia della destinataria ormai defunta.

La lettera, che solo una di una lunga serie di missive scritte da Cerioli per la moglie, è stata quindi restituita al figlio Pier Luigi, residente a Casalecchio (Bologna). L'82enne ha raccontato di aver fatto un vero e proprio "tuffo nel passato" leggendo le parole del padre che nella lettera raccontava le sue condizioni di salute durante la prigionia e dedicava pensieri nostalgici alla moglie e al figlio, allora piccolissimo.

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