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Pensioni Quota 100, legittima la buonuscita a rate: come funziona la liquidazione differita

La Corte costituzionale ha stabilito che il pagamento differito e a rate della liquidazione per i lavoratori che decidono di approfittare della pensione agevolata è legittimo. Una sentenza che riguarda, quindi, anche chi aderirà alla quota 100. Secondo la Consulta, il pagamento differito e a rate della buonuscita “non è irragionevole”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il pagamento differito della buonuscita dei dipendenti statali che vanno in pensione in anticipo è legittima. A stabilirlo è la Corte costituzionale con una sentenza con cui spiega che il pagamento differito e a rate della liquidazione “non è irragionevole”. Una decisione che riguarda tutti coloro i quali decidono di ritirarsi dal lavoro con una pensione anticipata, compresa, quindi, la quota 100 da poco introdotta dal governo. La Corte sottolinea che la possibilità di differimento e di pagamento a rate vale comunque per le pensioni anticipate, non esprimendosi anche sui casi di normali pensioni di vecchiaia. Il caso su cui si è espressa la Consulta è quella di Lia Capilli, una dipendente andata in pensione – dopo 42 anni di servizio – nel 2016, che ha ricevuto la prima parte del Tfs a dicembre 2018.

La Corte costituzionale, riunita in Camera di consiglio per valutare le questioni di legittimità sollevate dal tribunale di Roma, ha quindi respinto la sua richiesta. Secondo la Consulta, sono “impregiudicate le questioni sul pagamento delle indennità nel termine di 12 mesi e sulle relative rateizzazioni, per i pensionati che hanno raggiunto i limiti massimi di età o di servizio”. Il che conferma che per quanto riguarda il differimento del Tfr (Tfs per gli statali) per le pensioni di vecchiaia, la questione è ancora aperta. La sentenza della Corte si riferisce a una legge del 2013, come spiega Il Sole 24 Ore: quella norma stabilisce che il pagamento del trattamento di fine rapporto deve avvenire entro 12 mesi per le liquidazioni inferiori ai 50mila euro, prevedendo altri 12 mesi per le quote fino a 100mila euro e ulteriori 12 in caso di importi superiori al tetto dei 100mila euro.

Secondo le stime dell’Inps, citate al termine dell’udienza, un pronunciamento opposto sarebbe potuto costare alle casse dello Stato fino a 9 miliardi di euro solamente per il primo anno. La decisione della Consulta, quindi, fa un ‘favore’ al governo che avrà una grana in meno da risolvere nella prossima legge di Bilancio. Anche perché ora ci sarà da capire l’impatto delle liquidazioni per la quota 100. I dati Inps stimano che ad agosto arriverà la buonuscita per circa 10.300 pensioni anticipate, mentre a inizio settembre ci saranno i 50mila dipendenti della scuola che dovranno ricevere il trattamento di fine servizio.

Come cambia la buonuscita con quota 100

Il decretone su quota 100 e reddito di cittadinanza ha introdotto una novità per la liquidazione dei dipendenti pubblici, che potranno anticipare fino a 45mila euro di Tfs tramite un anticipo bancario da definire attraverso una convenzione da stipulare tra Abi e Mef. I lavoratori che vanno in pensione usufruendo di quota 100 possono quindi richiedere le certificazioni all’Inps per poi presentare richiesta di finanziamento bancario a tasso agevolato. L’istituto di previdenza, in sostanza, si fa garante, verificando la situazione del lavoratore.

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