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Penne modificate in pistole e attentati dai domiciliari, mafia salentina spregiudicata: 37 arresti

Il gruppo criminale smantellato dai carabinieri in provincia di Lecce, secondo gli inquirenti della Dda, ha mostrato una particolare efferatezza e spregiudicatezza, confermata anche dalla singolare trasformazione di oggetti di uso quotidiano come le penne in armi micidiali.
A cura di Antonio Palma
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Nonostante fossero già agli arresti domiciliari, avrebbero continuato a gestire gli affari criminali del clan mafioso, ordinando attentati dinamitardi ed incendiari ai fini estorsivi in molte zone del Salento e mostrando una particolare efferatezza e spregiudicatezza, confermata anche dalla singolare trasformazione di oggetti di uso quotidiano, quali penne, in armi micidiali. È quanto hanno ricostruito i carabinieri del Comando Provinciale di Lecce nell’ambito di una articolata indagine antimafia sui clan salentini, coordinata dalla Dda di Lecce e sfociata oggi nell'esecuzione di 37 arresti per associazione mafiosa e traffico di droga.

L’indagine, avviata dai Carabinieri della Compagnia di Campi Salentina nel mese di dicembre 2020, è durata due anni e mezzo, fino allo scorso mese di giugno 2023, e ha permesso di ricostruire l’organigramma del gruppo mafioso, svelando il presunto vertice del clan e le sue attività criminali. L’attività investigativa ha portato al blitz avvenuto alle prime luci dell’alba di oggi, lunedì 6 novembre, e in manette sono finite 37 persone, di cui 28 in carcere e 9 agli arresti domiciliari.

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Nei loro confronti un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra nonché ordigni ad alto potenziale esplosivo, estorsione e danneggiamenti a seguito di incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, del Nucleo Cinofili di Bari e del Nucleo Elicotteri di Bari-Palese, hanno eseguito gli arresti nei comuni salentini di Carmiano, Veglie, Leverano, Porto Cesareo, Novoli e Monteroni di Lecce. Nei confronti degli indagati, secondo gli inquirenti, è stato ricostruito un solido quadro indiziario  he ha portato ad accertare la natura di numerosi attentati dinamitardi ai danni di negozi, aziende e locali della provincia di Lecce.

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In particolare i carabinieri hanno ricostruito 26 episodi incendiari e dinamitardi nei confronti di esercizi commerciali, autovetture, cantieri, aziende agricole ed immobili. Tutti per fini estorsivi. Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale in questo modo "si era imposto sul territorio determinando una condizione di assoggettamento e omertà" dei cittadini tanto che, in alcuni casi, non sono state nemmeno presentate denunce. Diversi i casi di esplosione di ordigni ad alto potenziale micidiale come ad esempio quelli fatti deflagrare all’esterno di alcune strutture ricettive.

“L’efferatezza e la spregiudicatezza del clan è rappresentata anche dal singolare camuffamento di oggetti di quotidiano utilizzo, quali penne, in armi dalla micidiale offensività. Infatti, una penna biro è stata modificata e all’interno è stato realizzato un meccanismo tale da renderla pari a un’arma comune da sparo” spiegano i carabinieri.

Tra le altre cose contestate agli indagati, l’incendio di ben 5 mezzi ai danni di una società salentina operante nel settore pubblicitario, mentre ad una ditta edile sono stati bruciati diversi escavatori con danni per centinaia di migliaia di euro. Le attività investigative hanno portato anche al sequestro di oltre 30 kg di marijuana, 2 kg di cocaina, 1.5 kg di hashish e di una coltivazione illegale di cannabis.

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