Da settimane il paese assiste sconcertato al dramma della città di Messina rimasta senza acqua corrente. 250mila persone costrette ogni giorno ad alzarsi e andare al lavoro senza la possibilità di farsi una doccia o una lavatrice, senza poter bere acqua dal rubinetto, né poterla usare per cuocere la pasta (perché non è potabile).
In Sardegna le difficoltà che gli abitanti di Messina conoscono ormai da quasi un mese sono un’abitudine. Da sempre. E nel 2015, ancora migliaia di persone soffrono la mancanza di acqua corrente e potabile. Si parla di interruzione del servizio idrico per giorni per la riparazione di guasti. O di riduzione nelle ore di erogazione, come succede a Sassari –la seconda città dell’isola con 120.000 abitanti– e in altri paesi che smettono di ricevere acqua la sera.
Ma c’è anche la città di Olbia, in cui ora è allarme per la presenza di manganese nell’acqua – per questo forse dai rubinetti esce spesso di colore giallastro. "L'azienda sanitaria locale”, dice il sindaco Gianni Giovannelli alle pagine de La Nuova Sardegna: “Ci comunica che il problema [del colore giallastro dell’acqua ndr] sarebbe riconducibile a un'elevata presenza di manganese all'interno del prodotto idrico erogato.”
Cose dall’altro mondo. Cose che, se a Messina hanno suscitato l’indignazione dell’Italia intera, della Sardegna invece spesso non si conoscono. Mentre migliaia di persone -che pagano le tasse- sono costrette a vivere senza un servizio di base. E c’è chi, come Andrea Viola, avvocato e consigliere comunale del PD di Golfo Aranci, lamenta che in queste condizioni alla società idrica sarda Abbanoa dovrebbe essere impedito di continuare a far pagare il servizio di potabilizzazione dell’acqua in bolletta.
Da una parte il problema è la siccità: i bacini di tutta l’isola sono quasi vuoti, e si attendono le settimane di pioggia invernali perché la situazione si stabilizzi. Dall’altro lato ci sono le carenze strutturali, i guasti, una rete che perde un terzo dell’acqua che manda in circolo. Infine, ci sono anche le vicende giudiziarie della società Abbanoa: l’Antitrust le ha inflitto lo scorso settembre una multa di oltre un milione di euro per “pratiche commerciali scorrette”.
MANCA L’ACQUA CORRENTE. Nella città di Sassari l’erogazione dell’acqua è sospesa dalle 18.00 fino alle 4, ma il servizio era già stato ridotto dalle ore 22 a partire da luglio. Anche ad Alghero l’acqua smette dopo le ore 24, mentre restrizioni negli orari di erogazioni ci sono stati anche nei paesi vicini di Tissi, Ossi, Sorso, Sennori, Ittiri e Codrongianus. Poi c’è la Gallura, a soffrire più di tutti: da Olbia a La Maddalena, da Arzachena a Santa Teresa l’acqua manca e arriva gialla. Nel sud dell’isola, invece, la situazione è di allerta ma per ora le scorte sembrano bastare.
Il problema, come avverte la società Abbanoa sul suo sito, sono i bacini quasi vuoti per via della siccità. I bacini del Coghinas, del Bidighinzu, il Cuga e il Temo, che riforniscono il nord dell’isola, sono a meno della metà della loro capienza. Olai e Govossai (nel nuorese) e quello del Tirso Flumendosa (nel sud) sono in sofferenza, ma a essere all’estremo delle risorse è il bacino della Liscia che alimenta i paesi della Gallura, quelli della Costa Smeralda tanto cara d’estate ai turisti, in cui le risorse idriche ammontano a circa un terzo della capienza.
Quando non ci sono le restrizioni, però, ci sono gli interventi di manutenzione a lasciare i cittadini senz’acqua. Come lo scorso 4 novembre, in cui a 8 comuni sono stati chiusi i rubinetti per un intervento di 10 ore all’acquedotto Coghinas, mentre il 21 ottobre diversi paesi della Gallura hanno subito un’interruzione dell’acqua per i lavori necessari a riparare un guasto della conduttura principale. “25.000 persone coinvolte”, ha lamentato l’assessore all’ambiente del comune di Tempio, Francesco Quargnenti. Ma questi sono solo alcuni dei casi più recenti.
L’ACQUA È GIALLA, NON POTABILE, A OLBIA È ALLARME PER LA PRESENZA DI MANGANESE. Un grosso problema, poi, è dato dal fatto che l’acqua spesso non è potabile. Nel paese di Porto Torres per settimane l’acqua è stata dichiarata non potabile con un’ordinanza, mentre nelle città più importanti del nord Sardegna spesso l’acqua arriva gialla. Riporta La Nuova Sardegna: “La situazione è disastrosa. Da Sassari a Porto Torres, a Caselsardo, da Olbia ad Arzachena e Golfo Aranci dai rubinetti esce un liquido sempre più ambrato, un colore che dichiara da solo la sua non potabilità”.
Il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli ha scritto ad Abbanoa in merito all’acqua gialla: “L'azienda sanitaria locale ci comunica che tale problema sarebbe riconducibile a un'elevata presenza di manganese all'interno del prodotto idrico erogato”. Al tavolo tecnico voluto dal sindaco, Abbanoa ha affermato di stare eseguendo i lavori di manutenzione straordinari per la potabilizzazione dell’acqua olbiese. Il problema, dice Abbanoa, è sempre legato alla siccità: “I processi di potabilizzazione sono messi a dura prova quando i livelli dei laghi sono ai minimi termini come in questo periodo”. Insomma, i bacini quasi vuoti producono anche acqua non potabile.
Per questa ragione c’è chi, come Andrea Viola, avvocato e consigliere comunale del PD di Golfo Aranci, paese che ha subito dure restrizioni al servizio idrico, ha deciso di presentare un esposto assieme a un centinaio di cittadini contro la società idrica. “La beffa è rappresentata dal fatto che Abbanoa continua a richiedere il pagamento del servizio di potabilizzazione che in realtà non svolge e non garantisce”, spiega Viola. La legge in materia, infatti, prevede che in questi casi possa essere previsto uno sgravio in bolletta del 50%.
I CAMBIAMENTI CLIMATICI. Ma com’è possibile, si sono chiesti in molti, che i bacini siano vuoti per siccità in un’isola in cui c’è da poco stata un’importante emergenza alluvione? Risponde l’assessore all’ambiente sardo Donatella Spano, climatologa di professione, che in questa intervista spiega come il fatto che in Sardegna stia cambiando il clima comporti problematiche che si riflettono sul servizio idrico. “Oggi assistiamo ad alluvioni e fenomeni intensi che provocano la caduta di molti millimetri d’acqua, ma con una intensità tale che non ha alcun effetto benefico”, spiega l’assessore. “Lo abbiamo visto anche recentemente: in diversi casi in poche ore è caduto quanto solitamente precipita in un anno. Tutto questo provoca solo danni ai territori, e anche molto ingenti, senza alcuna efficacia per i bacini”, conclude. Una tendenza che: “Negli ultimi 30 anni è andata via via intensificandosi”.
Questo è senza dubbio vero. Ma dall’altro canto ci sono anche le vicende giudiziarie della società Abbanoa a dover essere menzionate: lo scorso settembre l’Antitrust ha inflitto alla società una multa da 1 milione e 80mila euro per “pratiche commerciali scorrette”. Nell'istruttoria si fa riferimento agli accertamenti della società idrica, alle fatturazioni elevate senza verifiche e letture, alla fatturazione di servizi di depurazione non resi, alle stime elevate.
Insomma, nonostante i bacini siano semi vuoti, tra tagli alle erogazioni, acqua non potabile, pratiche commerciali scorrette… la misura sembra ormai colma. Abbanoa ha annunciato ricorso al Tar contro la decisione dell’Antitrust. Mentre sui disservizi idrici afferma: “Le problematiche presenti oggi in Sardegna sono abbastanza circoscritte. Risultano in sofferenza solo alcuni Comuni”. Purtroppo per decine di migliaia di sardi che da anni vivono in questa situazione, la problematica non è affatto circoscritta. E a loro, il dramma dei cittadini di Messina, sembra davvero poca cosa.