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Pedopornografia, arrestati due uomini nel Ravennate: avevano decine di migliaia di file su loro dispositivi

Due uomini sono stati arrestati dalla polizia postale che ha scoperto su computer e memorie esterne diverse decine di migliaia di file pedopornografici. I due sono un ingegnere informatico di Cervia e un dipendente regionale di Ravenna.
A cura di Eleonora Panseri
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Due uomini, un ingegnere informatico di Cervia e un dipendente regionale di Ravenna, sono stati arrestati dalla polizia postale che ha scoperto sui loro computer diverse decine di migliaia di file pedopornografici. L'indagine, di competenza della Dda (Direzione distrettuale antimafia) era partita da Bologna su materiale scambiato nel dark web o scaricato con il software eMule.

Come riportano i quotidiani locali, nella mattina di ieri, venerdì 17 gennaio, si è tenuta l'udienza preliminare e il gip Corrado Schiaretti, come richiesto dalla pubblico ministero Angela Scorza, ha applicato la custodia cautelare in carcere per il pericolo di reiterazione del reato e ha trasmesso per competenza gli atti a Bologna.

I due uomini, che hanno circa 50 e 60 anni, non si conoscono e non sono collegati in alcun modo, se non per il reato commesso. È possibile che gli inquirenti siano arrivati alle loro abitazioni seguendo le tracce lasciate da un file condiviso sullo stesso software.

In quanto all’arrestato di Cervia, davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere e in dichiarazioni spontanee ha riferito, in sintesi, che il materiale rinvenuto sui suoi dispositivi era estremamente datato e che non ricordava nemmeno più di averlo. E tramite il suo legale ha chiesto gli arresti domiciliari. Tra il materiale sequestratogli, ci sarebbero 8 memorie esterne e vari computer.

Il dipendente pubblico ravennate, invece, è difeso dall’avvocato Davide Baiocchi e durante l'udienza ha negato di avere scambiato o ceduto materiale, insistendo anche lui sul fatto che fosse molto datato. In più avrebbe aggiunto di averlo visionato fuori dall’ambito domestico. Il legale, scrive Il Resto del Carlino, potrebbe valutare il Riesame o una istanza di attenuazione della misura cautelare emessa dal gip.

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