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Pedopornografia, agenti sotto copertura e linguaggio in codice: vittime bambini con meno di 10 anni

Trenta operazioni, tre arresti e ventiquattro indagati è il bilancio dell’operazione che ha scoperto una vasta rete pedopornografica presente in tutta Italia. L’indagine è stata condotta dal centro operativo per la sicurezza cibernetica del Piemonte e Valle D’Aosta, con il coordinamento del Centro Nazionale per il contrasto della pedopornografia online del Servizio Polizia Postale.
A cura di Matteo Pelliccia
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L'operazione "Lucignolo" condotta dalla Polizia di Stato ha portato a tre arresti e coinvolto ventiquattro indagati in un'imponente opera di contrasto alla pedopornografia.

Questa operazione è il risultato di un'indagine condotta dal centro operativo per la sicurezza cibernetica del Piemonte e della Valle D'Aosta, con il coordinamento del Centro Nazionale per il contrasto della pedopornografia online del Servizio Polizia Postale.

Le indagini si sono sviluppate nell'arco di diversi mesi, con l'obiettivo di individuare coloro che si dedicavano alla pubblicazione e divulgazione di materiale pornografico che coinvolgeva minorenni. Le indagini hanno rivelato uno spaventoso scambio di materiale di diversa natura, compresi atti di violenza sessuale.

Gli autori di tali reati utilizzavano pseudonimi e un linguaggio in codice per avanzare le loro richieste, come "Ciao, cerco cucciole" o "Hai min?" riferendosi alla potenziale età inferiore a diciotto anni delle vittime.

L'operazione "Lucignolo" ha coinvolto oltre cento investigatori, compresi agenti sotto copertura che si sono infiltrati nelle chat di scambio di materiale pedopornografico.

In totale, sono state eseguite trenta perquisizioni su tutto il territorio italiano, in coordinamento con la Procura della Repubblica di Torino. Durante queste perquisizioni, sono stati sequestrati numerosi dispositivi e supporti informatici, tra cui telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer, account email e profili social.

Inoltre, sono stati identificati gli account utilizzati dagli indagati per richiedere materiale pedopornografico, e sui supporti informatici sono stati trovati grandi quantità di materiale illecito.

L'operazione ha coinvolto in totale ventiquattro uffici della Polizia Postale in diverse regioni italiane, tra cui Piemonte, Lazio, Lombardia, Liguria, Toscana, Veneto, Puglia, Sicilia, Sardegna, Campania e Calabria.

Tra gli indagati ci sono persone di diversa estrazione sociale e di diverse età, anche giovani. "L'operazione Lucignolo nasce dalla nostra attività quotidiana di monitoraggio in rete della comunità pedofila – afferma Manuela De Giorgi, dirigente della polizia postale della Questura di Torino – Un'attività complessa portata avanti da personale formato e capace di usare anche il tipo di linguaggio utilizzato su queste piattaforme".

"Tra le vittime ci sono anche bambini che hanno meno di dieci anni. Quello che preoccupa è come le nuove generazioni si siano avvicinate a questi circuiti illegali. Un tempo era più difficile che questo avvenisse", conclude Manuela De Giorgi.

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