“Foto dei piedini e audio in cui dico porcate 10 euro”: il ‘tariffario’ della pedofilia online
Video, foto e chat a carattere sessuale con protagoniste minorenni venivano diffusi a pagamento su una nota piattaforma di messaggistica online e acquistati da utenti sparsi per tutta Italia. È stata stanata una rete di utenti italiani che scambiava materiale pedopornografico venduto online con un ‘listino prezzi' per ogni singola prestazione.
È quanto scoperto nell'operazione condotta dagli investigatori della Polizia Postale di Bari e Foggia, coordinati dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online e protezione dei minori del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, che ha portato all'esecuzione di 21 perquisizioni nei confronti di minori e adulti per il reato di divulgazione di materiale pedopornografico. L’indagine è nata dalla denuncia dei genitori di una ragazza adolescente che, preoccupati dall'utilizzo intensivo dei social network da parte della figlia, hanno scoperto sul suo telefonino una chat con immagini sessualmente esplicite. Allarmati, si sono quindi rivolti alla Polizia Postale di Foggia, hanno esaminato la chat dove era conservato perfino listino prezzi delle prestazioni di carattere sessuale on line:
Il listino
“Videochiamata 45 min. omaggio 10 foto 1 video e 3 dediche = 40 €”;
“Videochiamata 1 ora e mezza (se si vuole anche in vari orari) = 50 €”;
“Sexchat 45 minuti in cui faccio da schiava = 30 €”;
“10 foto dei piedini. Omaggio audio in cui dico porcate = 10 €”;
“10 foto a scelta + video masturbazione. Omaggio audio in cui dico porcate = 20 €”.
Sequestrati telefonini e computer in 12 regioni sul territorio nazionale, nelle province di Bari, Foggia, Roma, Monza Brianza, Varese, Cremona, Siena, Agrigento, Palermo, Bologna, Fermo, Ascoli Piceno, Treviso, Chieti, Savona, Imperia e Torino.
Il business ideato da un adolescente
L'indagine ha identificato gli utenti che avevano effettuato i pagamenti per le prestazioni richieste, raggiunti da 21 decreti. Tra quelli che hanno versato denaro figura anche un amico dell’adolescente della vittima e presunto ideatore del business, il quale, utilizzando l’account della ragazza si sostituiva a lei chattando con diversi utenti, a cui prometteva l’invio di materiale di natura sessuale in cambio di piccole somme di denaro. Dall’attività svolta, come evidenzia una nota della Polizia di Stato è emerso un "quadro preoccupante sul crescente utilizzo distorto dello strumento informatico da parte di soggetti sempre più giovani, inconsapevoli della portata delle azioni compiute, fino a realizzare attività delittuose di allarmante gravità".