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Pedofilia: annullata la condanna a don Seppia, processo è da rifare

Processo da rifare per don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente, a Genova, già condannato in appello a 9 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale su minore, tentata induzione alla prostituzione minorile, offerte plurime di droga e cessione di cocaina.
A cura di Susanna Picone
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Nuovo processo per don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente (Genova) condannato in appello a 9 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale su minore, tentata induzione alla prostituzione minorile, offerte plurime di droga e cessione di cocaina. La Corte di Cassazione, accogliendo in parte il ricorso presentato dall'avvocato difensore Paolo Bonanni, ha riformato la sentenza rimandandola alla Corte d'appello di Genova dove andrà in scena un nuovo processo. La Cassazione ha riqualificato il reato di tentata induzione alla prostituzione minorile in tentati atti sessuali con minorenne ed ha annullato la sentenza impugnata dalla difesa relativa alla continuazione e alla determinazione della pena. Secondo i giudici della Cassazione, dunque, la pena va rivista. L'ex parroco di Sestri Ponente che era stato arrestato il 14 maggio 2011 e la Corte d’appello di Genova, il 22 marzo del 2013, aveva confermato la sentenza di primo grado a 9 anni, 6 mesi e 20 giorni di reclusione. Il difensore di don Seppia aveva fatto ricorso in Cassazione chiedendo l'annullamento della sentenza d'Appello e che si celebrasse di nuovo il processo.

L’inchiesta che ha portato all’arresto di don Seppia – L'inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex parroco era partita da Milano dove i carabinieri stavano indagando su un giro di droga spacciata in palestre e saune frequentate in particolare da omosessuali. A inchiodare don Seppia vi furono le testimonianze di alcuni ragazzini tra i quali un chierichetto quindicenne che aveva raccontato di aver subito delle attenzioni da parte del sacerdote mai sconfinate, però, in atti sessuali veri e propri. Poi, a smascherare l'ex sacerdote, vi furono le intercettazioni e gli sms, oltre alle chiamate con l'amico Emanuele Alfano al quale don Seppia avrebbe confidato le sue fantasie sessuali con i ragazzini.

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