Pazienti ricoverati in pronto soccorso, il caos della sanità in Campania (REPORTAGE)
Tre o quattro giorni in corsia di pronto soccorso, dividendo la stanza con accoltellati, sparati e trattamenti sanitari obbligatori. Ecco come cardiopatici, diabetici e pazienti al San Giovanni Bosco di Napoli sono costretti a ricevere le cure di cui necessitano a causa della saturazione dei reparti. Questo è il bubbone più visibile del caos della sanità in Campania, commissariata per il buco miliardario e "vittima" dei tagi draconiani imposti dalla giunta Caldoro e dal governo nazionale.
"Qua non funziona niente" – ci confida una signora ricoverata in pronto soccorso – "Io dovrei essere in cardiologia o medicina, non posso restare qui. Ci sono i pazzi, abbiamo paura a stare in stanza con loro". Un medico, che vuole restare anonimo, ci confida: "Questo è l'unico centro che accoglie i malati mentali per le Asl Napoli 1, 2 e 3. Ce li portano qui anche a piedi" racconta il medico.
"In media ci sono dieci pazienti al giorno stazionati in pronto soccorso in attesa che si liberino posti in altri reparti" ci spiega il medico – "Questo comporta problemi per l'igiene e per l'attenzione che il personale medico può dedicare ai ricoverati, visto che bisogna occuparsi delle emergenze di pronto soccorso". "Anche mio marito è cardiopatico, in ogni ospedale dove andiamo è sempre la stessa storia" ci racconta una donna, suo marito è disteso su una barella da ore e ci rimarrà per qualche giorno "Mi hanno fatto il prelievo, ma non viene il cardiologo a visitarmi" ci dice il marito. "Gli ospedali non fanno niente più."
Sul banco di accusa i tagli alla sanità operati dal governo, come ci spiega il dott. Fulvio Esposito, segretario regionale campano dell'A.n.a.a.o. Assomed (associazione medici dirigenti): "Parliamo di un taglio di 250 strutture complesse e più di mille strutture semplici nella Regione Campania". L'effetto più evidente dei tagli è il dilatarsi dei tempi di attesa per le visite specialistiche in ambulatorio: "Ho prenotato una visita dall'endocrinologo a gennaio, me l'hanno fissata per Ottobre. Quasi un anno di attesa" – ci racconta il paziente ricoverato in pronto soccorso – "Devo andare per forza dai privati e pagare. Io sono un pesionato, ogni mese spendo 400 euro solo per i medicinali, non ce la faccio a campare e devo fare i debiti per tirare avanti".