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Pazienti psichiatrici picchiati in struttura a Foggia, gip: “Violati nella propria dignità e sessualità”

Pazienti violati nella propria dignità, libertà e sessualità. È questo il quadro che emerge dall’ordinanza firmata dal gip di Foggia che ha portato all’arresto di 15 tra operatori sanitari, infermieri e ausiliari, accusati di maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti di 25 pazienti psichiatrici di una struttura sanitaria.
A cura di Chiara Ammendola
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È una struttura degli orrori quella scoperta a Foggia dove questa mattina i carabinieri del Nucleo Investigativo e del Nas, coordinati dalla Procura locale, hanno individuato i 30 indagati per maltrattamenti aggravati, sequestro di persona, violenza sessuale e favoreggiamento personale nei confronti di almeno 25 pazienti.

Le vittime sono i pazienti psichiatrici ricoverati nell'ex Istituto Ortofrenico della struttura sociosanitaria-riabilitativa ‘Opera Don Uva' di Foggi, mentre i loro aguzzini sono gli operatori sanitari, infermieri e ausiliari, dipendenti della struttura appartenente al gruppo Universo Salute, che avrebbero per mesi disprezzato la dignità dei pazienti, violandone la libertà ma soprattutto la corporeità sessuale.

Sono queste alcune delle parole utilizzate dal giudice per le indagini preliminare del tribunale di Foggia, Marialuisa Bencivenga, che ha firmato l'ordinanza di misura cautelare per alcuni degli indagati. Nello specifico sono sette le persone arrestate mentre otto si trovano agli arresti domiciliari. Inoltre sono stati eseguiti 13 divieti di dimora con contestuale divieto di avvicinamento e 2 divieti di dimora.

I provvedimenti sono stati eseguiti nei confronti di 8 dipendenti della struttura, 16 operatori socio-sanitari della società Universo Salute srl, 3 operatori sociosanitari dipendenti della società Etjca spa, 2 educatrici professionali dipendenti della società Universo Salute srl e un addetto alle pulizie della La Pulisan srl.

Le indagini, iniziate la scorsa estate, si sono intensificate con l'aiuto delle telecamere posizionate all'interno della struttura dove le vittime, dichiarate invalide civili e/o portatrici di disabilità ai sensi della legge 104 del 1992, erano ricoverate. Si tratta di persone spesso anziane, che si trovavano in uno stato di incapacità e di inferiorità psichica e fisica.

È stato possibile, grazie all'analisi del materiale auto-video, tracciare un “quadro storico-fattuale a tinte fosche, inquietante, denso di degradazione e accompagnato da un disprezzo per la dignità dei pazienti ricoverati presso la struttura tale da consentire la formulazione di un giudizio prima facie particolarmente severo, quanto al disvalore penale delle condotte poste in essere, e a indurre l'Autorità inquirente a proseguire nell'attività investigativa”.

‘“Ne violavano la corporeità sessuale…” e “…ne limitavano con violenza la libertà di movimento rinchiudendole a chiave per ore in singole stanze” o “addirittura legandole a letti e sedie, utilizzando delle lenzuola. Lasciavano che vivessero in condizioni di degrado non provvedendo in maniera adeguata alla detersione di quelle tra le persone offese che non erano autosufficienti e, in alcuni casi, demandando ad altri degenti, anche del sesso opposto, il compimento di compiti connessi all'igiene intima di tali persone e persino consentendo che tali compiti fossero eseguiti nei corridoi”.

Sono solo alcune delle motivazioni che ha spinto il gip di Foggia a firmare l'ordinanza di misura cautelare all'interno della quale si legge: “Le umiliavano facendo commenti sprezzanti durante le operazioni di pulizia personale ("ma da quando è che non ti lavi, fai schifo, fai schifo a come puzzi!"…, queste alcune frasi registrate), facendo assistere “addetti alle pulizie e pazienti maschi mentre cambiavano le donne e facendo loro il verso quando piangevano o si lamentavano; ponevano in essere nei loro confronti manovre contenitive o manipolatorie irruente e brusche e, in alcuni casi, si facevano coadiuvare da altri ospiti della struttura che, non essendo adeguatamente formati, nello spostare le degenti non autosufficienti provocavano loro dolore”.

"Le agghiaccianti circostanze il cui accertamento è stato reso possibile dalla capillare attività investigativa – continua il gip Bencivenga – si sono sostanziate, peraltro, nella lesione della dignità sessuale delle pazienti, cui si è giunti tanto mediante condotte attive violente poste in essere da taluni degli indagati, quanto a seguito di una consapevole (e, come si vedrà rivendicata) assenza d’intervento da parte dei sanitari e degli operatori socio-sanitari, i quali hanno pacificamente consentito che alcuni tra gli ospiti della struttura venissero a contatto tra di loro e che gli stessi potessero scambiarsi effusioni e palpeggiamenti in zone erogene”.

Intanto giungono le prime risposte alla vicenda, come quella dell'Ad di Universo Salute, Luca Vigilante, che ha fatto sapere che tutte le persone coinvolte sono state sospese e che si procederà “ai licenziamenti laddove ce ne saranno gli estremi”. “Siamo in attesa – aggiunge – dei dettagli del lavoro svolto dalla magistratura in collaborazione con la nostra amministrazione che, sin dal primo giorno, ha lavorato per la tutela dei pazienti, soprattutto di quelli più fragili sul piano mentale. Intanto l'amministrazione aveva già operato dei licenziamenti per atti non conformi alla dignità e alle regole della comunità”.

“È un vero scandalo – tuonano invece il segretario nazionale Ugl Salute, Gianluca Giuliano – le accuse nei confronti degli operatori della struttura sanitaria Don Uva di Foggia, se confermate, sono agghiaccianti”. Di qui la richiesta “alle istituzioni di valutare l'introduzione dei dispositivi di video sorveglianza in tutte le strutture sanitarie affinché atti vili e ignobili come questi non debbano più accadere”.

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