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Pazienti legati con nastro adesivo e rinchiusi nel seminterrato: 6 indagati in casa psichiatrica

Sei persone sono state iscritte nel registro degli indagati per maltrattamento e sequestro di persona nell’ambito delle indagini svolte dai carabinieri presso una struttura socio assistenziale della provincia di Bologna: pazienti legati con il nastro adesivo e lasciati per ore all’interno della “camera morbida”.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

Ospiti legati con il nastro adesivo e lasciati per ore all'interno di una "camera morbida" nel seminterrato della struttura socio assistenziale in cui avrebbero dovuto essere curati. È quanto hanno fatto emergere le indagini dei carabinieri del Nas di Bologna, guidati dal tenente colonnello Fabrizio Picciolo, della compagnia di Borgo Panigale, e dal capitano Leonardo Bricca, che hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati di 6 persone, cioè la direttrice della struttura e di altri cinque dipendenti della realtà che si trova nell'hinterland del capoluogo emiliano.

A denunciare le condizioni in cui venivano gestiti i pazienti – in tutto una decina, tra cui anche alcuni minorenni – è stato un ex dipendente che ha consegnato ai Carabinieri una foto che ritraeva un paziente legato con nastro adesivo da pacchi, sdraiato a terra all'interno della stanza di contenimento.

Gli ex dipendenti della clinica hanno poi confermato l’utilizzo del tutto arbitrario della cosiddetta "camera morbida", dove alcuni pazienti ritenuti particolarmente problematici venivano lasciati anche per giorni, anche come forma punitiva o addirittura preventiva.

La denuncia, supportata da altre dichiarazioni del personale della struttura, ha fatto scattare subito le indagini, al termine delle quali il Gip di Bologna ha emesso una misura cautelare di arresti domiciliari a carico della direttrice del centro e 5 misure di divieto di avvicinamento alle persone offese per altrettanti dipendenti del centro.

I reati ipotizzati, a vario titolo, sono di maltrattamenti e sequestro di persona. I pazienti della struttura invece, grazie all’aiuto dell’Asl di competenza, sono stati tutti riallocati in altre cliniche, mentre quella incriminata è stata chiusa e posta sotto sequestro per ulteriori accertamenti.

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