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Pazienti in ospedale con epatite C, medico no vax indagato per epidemia: Sottoposti ad auototrasfusioni

La Procura di Venezia ha avviato l’indagine su segnalazione dell’Usl 3 che aveva riscontrato in poco tempo un accesso agli ospedali della zona di un numero insolitamente grande di persone risultate positive all’epatite C. Il medico si difende: “Ho osservato rigorosamente le procedure prescritte per la pratica”.
A cura di Antonio Palma
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Un medico veneto è finito sotto inchiesta con l'ipotesi di epidemia dopo che diverse persone, sue pazienti, sono arrivate in ospedale risultando positive all'epatite C. A muoversi è la Procura di Venezia la cui azione è stata avviata a seguito di segnalazione delle autorità sanitarie locali dell'Usl 3 che avevano riscontrato in poco tempo un anomalo accesso agli ospedali della zona di un numero insolitamente grande di persone risultate positive all'epatite C. A far scattare la segnalazione però anche il fatto che tutti loro hanno raccontato di essersi sottoposti a una procedura di autotrasfusione su indicazione e sotto il controllo del medico, il dottor Ennio Caggiano, noto no vax e per questo già al centro di uno scontro con l'Ordine dei medici di Venezia.

Come ricostruito dal Gazzettino, le indagini della Procura veneziana sono al momento in fase preliminare ma il fascicolo serve a stabilire se ci sia un nesso tra quelle trasfusioni fai da te e i numerosi casi di epatite C riscontrati nei pazienti. La pm titolare dell'indagine infatti ha già ordinato una consulenza tecnica e medico legale incaricando una serie di esperti per verificare se il genotipo del virus riscontrato sia lo stesso in tutti. Al momento ci si concentra su dieci pazienti ma quelli interessati sarebbero di più anche se nessuno di loro ha sporto denuncia.

Ascoltati nelle settimane scorse, molti hanno raccontato che venivano sottoposti a prelievo di sangue, poi mescolato con prodotti farmaceutici tipo integratori e vitamine e quindi autotrasfuso. Una pratica che il medico ammette, precisando che è consentita in ambito ambulatoriale e completamente diversa dalla trasfusione, che la legge non permette in ambulatorio. "Il mio cliente, molto dispiaciuto, è medico attento, prudente, con un'esperienza straordinaria alle spalle. Ha osservato rigorosamente le procedure prescritte per la pratica e ora è il primo a voler chiarire cosa sia successo" ha dichiarato il legale del dottore che ora si prepara a nominare un proprio consulente di parte per partecipare agli accertamenti disposti dalla Procura.

"La Asl ha fatto il suo dovere nel fare la segnalazione di fronte a tanti casi di questo tipo. Il dottor Caggiano si è messo a disposizione dell'autorità giudiziaria dando massima collaborazione. Giusto fare chiarezza sulla vicenda e respingere false accuse" ha aggiunto l'avvocato, assicurando: "Il mio cliente è sereno e a disposizione per le indagini. I trattamenti si sono svolti in modo conforme alla legge e i prodotti farmaceutici utilizzati sono certificati. Ci sono vari aspetti da indagare".

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