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Paziente morì dopo cinque interventi: alla famiglia maxi risarcimento da oltre 1 milione di euro

Dopo essere stato sottoposto a cinque interventi chirurgici per un’occlusione intestinale, nell’estate del 2021 un paziente cagliaritano di 75 anni morì per complicazioni post operatorie. A distanza di quasi 4 anni, poche settimane fa, la famiglia ha ottenuto un maxi risarcimento da 1,1 milioni di euro. Il legale: “Accertata la mancanza di prudenza, diligenza e perizia”.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio.
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Dopo essere stato sottoposto a cinque interventi chirurgici, nell'estate del 2021 un paziente cagliaritano di 75 anni morì per complicazioni post operatorie. A distanza di quasi 4 anni, poche settimane fa, la famiglia ha ottenuto un maxi risarcimento da 1,1 milioni di euro.

Il paziente era stato sottoposto ai diversi interventi in un breve lasso di tempo per un'occlusione intestinale. Dopo il decesso, la famiglia si è rivolta al tribunale civile di Cagliari che, dopo una lunga battaglia legale, ha stabilito che i parenti, privati del congiunto in "circostanze evitabili", hanno subito un dolore meritevole di ristoro. 

"Secondo quanto accertato dai consulenti tecnici nominati dal tribunale si sono verificate diagnosi tardive delle complicazioni post-operatorie, errori nella gestione delle procedure chirurgiche, nonché insufficiente monitoraggio del decorso post-operatorio", ha spiegato l'avvocato Gabriele Chiarini, che ha seguito la causa contro i medici dell'Arnas Brotzu di Cagliari.

Il mese scorso il tribunale civile ha riconosciuto la responsabilità della struttura sanitaria per violazione dei protocolli diagnostici e terapeutici.

"È stata accertata la mancanza di prudenza, diligenza e perizia da parte dei medici coinvolti. Il risarcimento, complessivamente pari a più di 1,1 milioni di euro, è stato attribuito ai familiari più prossimi come ristoro per i danni morali e materiali sofferti. – precisa – In particolare, la sentenza ha riconosciuto il dolore e lo sconvolgimento esistenziale causati dalla perdita del congiunto in circostanze assolutamente evitabili".

Per l'avvocato Chiarini, "il risarcimento ottenuto, pur significativo, non può restituire la perdita subita, anche se rappresenta un passo importante verso il riconoscimento di un diritto fondamentale di tutti i pazienti: quello di ricevere cure adeguate e conformi a standard sanitari di elevata qualità".

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