Patrizia, sbranata dal rottweiler del fratello. Il vicino: “Urlava, era diventata la preda del cane”
"Sono corso su, l'ho sentita gemere e chiedere aiuto. Sono arrivato al cancello, l'ho aperto, ho preso una scopa che ho trovato all'ingresso. A quel punto il cane si è allontanato poi si è accucciato accanto alla signora come se fosse la sua preda e non ho potuto muoverlo da lì. Era in uno stato pietoso".
È questa la testimonianza di Claudio Sanga, il vicino di casa che per primo è intervenuto in soccorso di Patrizia La Marca, la 53enne aggredita e uccisa dal rottweiler del fratellastro a Ventimiglia mercoledì scorso. L'uomo ha raccontato al Secolo XIX gli istanti immediatamente successivi all'aggressione da parte del cane.
"Lei era cosciente, rispondeva e io cercavo di tenerla sveglia. Lei continuava a chiedere aiuto e nel frattempo ho chiamato i soccorsi. Le dicevo di stare immobile", ha continuato ancora Claudio. Il resto, purtroppo, è storia: quando i sanitari sono arrivati sul posto, si sono trovati davanti una scena drammatica.
"Il corpo è stato dilaniato in più parti, una situazione clinica gravissima, mai visto nulla da genere", ha spiegato il personale dell'Asl. La donna era immersa in una pozza di sangue a causa dei morsi ricevuti alla testa, alle braccia, al torace e alle spalle. I soccorritori impiegato due ore per prestarle soccorso perché il cane impediva a chiunque di avvicinarsi. Alla fine, i carabinieri sono stati costretti a sparargli con la pistola Beretta 92 di ordinanza.
Il cane è stato sedato e trasferito a Imperia dove è a disposizione dell'autorità giudiziaria mentre per Patrizia non c'è stato nulla da fare. La donna era andata a casa del fratellastro, Luigi La Marca, noto sindacalista Uil, residente a Ventimiglia, proprio per accudire i suoi due cani mentre era in vacanza con la moglie.
Tuttavia, il procuratore di Imperia, Alberto Lari, intervenuto sul caso, ha fatto sapere, come riporta la stampa locale, che non è prevista alcuna ipotesi di reato e non si parla neppure di autopsia, ma bisognerà attendere il deposito della relazione dei carabinieri per capire se possono esistere delle responsabilità di terzi. "Leggeremo le carte – ha aggiunto Lari – e procederemo alle dovute valutazioni". L'Asl 1 Imperiese, invece, fa sapere che effettuerà degli accertamenti sia sulla proprietà (attraverso il microchip), che sul benessere dei due animali, per capire se venivano tenuti secondo le leggi.