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Patrizia Russo uccisa dal marito, parla la collega: “Aveva paura, diceva: ‘Temo faccia una cavolata’”

Parla l’amica e collega di Patrizia Russo, la donna uccisa dal marito Giovanni Salamone a Solero. “Lei temeva di perderlo, che facesse qualche stupidaggine. Mi diceva: ‘Non lo riconosco più, ho paura faccia qualche cavolata’ e che non poteva stare molto al telefono”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Prima di essere uccisa a coltellate dal marito Giovanni Salamone nella notte tra martedì e mercoledì 18 ottobre, Patrizia Russo aveva confidato alcune sue paure a una cara amica e collega di lavoro, Rosaria Margagliotti. La donna ha rilasciato un'intervista al quotidiano La Repubblica.

Durante la conversazione con il cronista del quotidiano, l'insegnante ha raccontato le ultime confidenze fatte dalla collega di Solero, nell'Alessandrino, prima del femminicidio. "Ci siamo sentite martedì mattina – ha spiegato -. Le sue parole non mi escono dalla testa. Diceva che non lo riconosceva più. ‘Ho paura possa fare qualche cavolata: ne morirei. Non posso stare molto al telefono' ".

Russo temeva che il marito potesse farsi del male. "Mi diceva: ‘Lo sai, è il mio faro, senza di lui non potrei vivere'. Lui le diceva che le aveva rovinato la vita, troppe cose erano andate male e questo lo aveva buttato giù". Secondo l'amica della vittima, Salamone avrebbe dovuto iniziare un percorso di supporto psicologico e la donna era molto preoccupata per lui. "C'erano impicci in Sicilia, il pensiero di una mamma malata, altri problemi di ex soci e delusioni e lo stipendio da insegnante che lei per un errore dell'Usr non aveva ancora ricevuto".

Secondo quanto ricostruito, la coppia aveva avuto piccoli problemi economici legati ad alcuni debiti. "Pensavo fossero piccola cosa, ma per lui i soldi erano un problema. Quelli che non arrivavano e quelli che l'Agenzia delle Entrate e gli ex soci volevano da lui" ha ricordato l'amica di Russo. "Giovanni si sentiva un fallito, questo le diceva. Come al solito, lei faceva tutto per lui".

La collega della vittima ha ricordato che in quella conversazione di martedì mattina, Russo le aveva detto che a casa loro c'era anche il fratello e che tutti insieme avrebbero parlato a cena dei problemi che avevano a casa. "Lei non lo riconosceva più, aveva paura di lasciarlo da solo il giorno per andare a lavorare. Non riesco a capire come lui possa averle fatto questo. Parlava di un amore, non capisco come possa un amore scendere al piano di sotto, prendere un coltello e uccidere. Lei temeva di perderlo”.

Secondo l'amica, Patrizia non aveva mai fatto riferimento a una paura per la propria incolumità. "Se glielo avessi domandato, mi avrebbe chiesto perché non la ascoltavo. Lei era preoccupata per lui, non per se stessa. Non avrebbe mai immaginato tutto questo".

La coppia, secondo quanto ricorda l'amica, stava bene a Solero. "Sarebbero stati bene ovunque purché insieme, o almeno così diceva lei. Patrizia era una docente di educazione fisica che prendeva sempre supplenze da prima fascia ma voleva il ruolo. Grazie al supporto di Giovanni aveva fatto la scelta di formarsi nel sostegno e partecipare al nuovo sistema di assunzioni. Per me era come una sorella".

"Ne ho parlato con i miei ragazzi ieri. Ho detto loro di stare attenti non solo a chi ti picchia, ti limita o è geloso, ma anche a chi ti ama e cambia nel tempo, per qualsiasi motivo passa dall'ansia alla depressione".

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