“Chiamate mia mamma”: Patrizia telefonò 4 volte al 112. Tutti i punti non chiari della tragedia del Natisone
Sono ancora tanti i punti da chiarire sulla vicenda della piena del Natisone nella quale sono rimasti coinvolti 3 giovani di circa 20 anni. Patrizia Cormos (20 anni), Bianca Doros (23 anni) e Cristian Casian Molnar sono stati trascinati via dalla corrente mentre stavano percorrendo il greto del fiume. I tre amici si erano recati sul posto per un pomeriggio di relax dopo l'esame universitario svolto da Cormos.
Le 4 chiamate al 112 dal cellulare di Patrizia Cormos
La tragedia si sarebbe verificata nel giro di mezz'ora, con l'allerta ai soccorsi da parte di alcune persone sul ponte Romano e quella dei tre giovani in pericolo. Patrizia Cormos avrebbe chiamato almeno 4 volte il 112 e l'ultima telefonata, secondo il Procuratore di Udine, Massimo Lia, è rimasta senza risposta. La ragazza è una dei tre giovani trascinati via dalla piena del fiume Natisone e trovata morta a circa 700 metri dal luogo della tragedia. Secondo il Procuratore, la prima chiamata risale alle 13.29 mentre le altre sono state effettuate nei minuti immediatamente successivi. "Dai primi accertamenti, tutto si è svolto in un arco temporale che si può quantificare grossolanamente in mezz'ora".
Quali sono i punti ancora da chiarire
Tra i dettagli ancora da chiarire, ci sarebbe il motivo per il quale i giovani avrebbero deciso di percorrere comunque a piedi il greto del fiume, la tempestività dei soccorsi e il mancato aiuto da molte persone che nei minuti prima della tragedia si trovavano sul ponte Romano a riprendere la scena con i cellulari.
Nel corso delle ricerche sono stati trovati i corpi senza vita di Patrizia Cormos e di Bianca Doros a circa 700 metri dal luogo dell'ultimo avvistamento. Ancora in corso le ricerche di Cristian, l'ultimo disperso. Tra le polemiche nate in seguito alla strage, vi sarebbe anche l'uso da parte dei soccorritori di alcune funi per cercare di riportare i ragazzi a riva. I tre avrebbero cercato di mantenersi alle corde, ma sarebbero scivolati via. Si indaga per omicidio colposo.
L'assenza di avvisi per "piene improvvise"
Il fiume Natisone è noto per le sue piene improvvise e il divieto di balneazione non sarebbe una novità per chi conosce le zone. Eppure non vi sarebbe alcun cartello che indica il pericolo di piene nei pressi del fiume, come invece accade a circa 10 km di distanza vicino al torrente Malina.
È probabile quindi che i tre 20enni non fossero a conoscenza del pericolo e che non siano stati ingannati solo dal cielo sereno di quel pomeriggio. Da tempo, infatti, alcuni residenti della zona suggeriscono l'istallazione di avvisi sia in italiano che in inglese per informare i turisti.
Le polemiche sull'elicottero partito da troppo lontano
Altro punto critico sul quale si dovrà continuare a indagare riguarda la partenza dell'elicottero dei soccorsi decollato da Venezia, troppo lontano rispetto al luogo nel quale si stava verificando la tragedia. Di pochi minuti fa anche la notizia delle 4 telefonate fatte dalla 20enne Patrizia Cormos al 112. Una di queste chiamate sarebbe perfino rimasta senza risposta.
La tempestività e la prontezza dei soccorsi è un altro tema sul quale chi indaga si sta concentrando. I soccorritori avevano inoltre provato a riportare a riva i tre ragazzi utilizzando alcune funi. Un vigile del fuoco avrebbe suggerito ai tre giovani di stringersi "per fare massa" e resistere alla corrente mentre venivano dispiegate le funi.
Una volta lanciate le corde, però, i tre sarebbero scivolati via.
Perché i tre ragazzi dispersi si trovavano nel greto del Natisone
Tantissime le polemiche relative anche al perché i giovani si trovassero sul greto del fiume. Molti passanti si sono fermati sul ponte che affaccia sul fiume mentre i soccorritori cercavano di riportare a riva i tre ragazzi. In molti hanno ripreso le immagini strazianti dell'ultimo abbraccio e la paura dei tre giovani con il cellulare. Anche la mamma di Patrizia Cormos, il cui corpo è stato trovato nella mattinata di domenica, si è espressa in merito ai video: "Tutti hanno filmato quanto stava accadendo e nessuno li ha salvati. Nessuno. Potevano farlo, non era importante filmare. Patrizia era andata a fare una passeggiata, ha chiamato più volte il 112 e ha lasciato il suo nome e l'indirizzo. Ha detto ‘chiamate mia mamma' ".