Patrick Zaki a Fanpage.it: “Grazie a Giorgia Meloni per aver parlato di me e diritti umani in Egitto”
La premier Giorgia Meloni ha incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, padrone di casa della Conferenza internazionale sul clima Cop27. Il summit italo-egiziano, che avrebbe dovuto essere incentrato principalmente su temi ambientali, aveva invece molto "non detto". L'Italia, infatti, è ancora in attesa di collaborazione da parte del Paese sul caso di Giulio Regeni, il ricercatore ucciso al Cairo nel 2016. Per la sua morte è stato aperto un processo senza imputati perché gli inquirenti non hanno potuto notificare gli atti giudiziari: il governo egiziano non ha mai voluto fornire gli indirizzi degli agenti dell'intelligence che avrebbero rapito e torturato il ricercatore italiano.
Ad aver raffreddato i rapporti internazionali tra Italia ed Egitto, anche la vicenda di Patrick Zaki, lo studente egiziano iscritto all'Università di Bologna accusato di minaccia alla sicurezza nazionale e propaganda per il terrorismo a causa di alcuni post su Facebook. Zaki è stato incarcerato nel febbraio 2020 e ora si trova in regime di libertà vigilata. Il giovane non potrà fare ritorno in Italia fino a quando il processo nei suoi confronti non sarà finito.
A Fanpage.it, Patrick Zaki ha detto di non aver ancora mai avuto contatti diretti con il nuovo governo italiano. "Sono però stato contento quando la premier ha voluto parlare del rispetto dei diritti umani. Mi aspetto che tutti i leader mondiali lo facciano, anche perché la Cop27 deve essere un'occasione per parlare anche di giustizia. Ci sono centinaia di detenuti politici che sono innocenti".
Hai avuto contatti con il nuovo esecutivo finora?
No, nessuno. Il fatto che la mia vicenda sia stata menzionata durante l'incontro con Al-Sisi però mi ha fatto piacere.
Credi che l'Egitto collaborerà davvero in vicende come quella della morte di Giulio Regeni?
Sono stato contento quando la premier ha voluto parlare anche del rispetto dei diritti umani, mi aspetto che lo facciano tutti gli altri leader mondiali durante la Cop27. Non so cosa possiamo aspettarci sul caso Regeni, ma è evidente che serve sottolineare il tema del rispetto dei diritti in questo Paese. L'attenzione su questo aspetto deve rimanere alta, non possiamo dimenticare centinaia di innocenti in cella.
Cosa ti aspetti invece per quanto riguarda il tuo processo?
Indubbiamente il fatto che la mia storia sia stata menzionata durante l'incontro mi dà speranza, ma non so ancora nulla di quella che sarà la mia sorte. Avrò la prossima udienza il 29 novembre e non sappiamo cosa aspettarci. Io so di essere innocente e voglio solo tornare a studiare nella mia Bologna. Per il momento non posso tornare in Italia neppure per un breve viaggio. Nel frattempo studio per finire il mio master e spero di poter discutere la tesi in presenza.