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Partorisce un feto morto in un campo rom a Bologna: indagato il compagno della donna

In corso le indagini dei carabinieri in merito al caso di una donna romena di 22 anni che ha partorito un feto di circa sei mesi trovato morto alla periferia della città. Il cordone ombelicale sarebbe stato reciso dal compagno della donna.
A cura di S. P.
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Nella serata di ieri 2 gennaio una giovane donna romena di 22 anni ha partorito tra le baracche di un campo nomadi che si trova alla periferia di Bologna. Intorno alle 21 la centrale del 118 ha segnalato ai Carabinieri del Comando Provinciale di essere intervenuta nell’insediamento di via Landi (già sgomberato in passato ma dove si trovano ancora delle baracche utilizzate da persone senza fissa dimora)  appunto perché era stato segnalato il caso della donna. Il feto, di circa sei mesi, era morto. Il cordone ombelicale, da quanto si apprende, sarebbe stato reciso dal compagno della ragazza, un giovane romeno di 23 anni. Lui stesso avrebbe fornito la sua versione dei fatti alle forze dell’ordine.

La giovane romena ricoverata in ospedale – La donna soffriva di una emorragia in quanto ha trattenuto la placenta: è stata ricoverata in ospedale, le sue condizioni non sarebbero gravi. Sull’episodio di Bologna sono in corso le indagini dei carabinieri: i militari stanno ascoltando tutte le persone presenti che hanno visto quanto accaduto per capire se ci sono responsabilità per la morte del feto o se si tratta di un aborto spontaneo avvenuto in condizioni precarie.

Update ore 16.30 – Indagato il compagno della donna romena. Il 23enne romeno che ha detto di aver tagliato il cordone ombelicale del feto risulta indagato per omissione di soccorso e omicidio colposo. L’uomo, dopo che la compagna ha partorito, avrebbe avvolto il piccolo in un asciugamano e lo avrebbe abbandonato a terra al freddo per almeno un’ora e mezza. Poi si sarebbe allontanato dal campo nomadi di via Landi. Il pm di turno ha disposto l’autopsia sul feto che all’arrivo del 118 era già morto.

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