“Parolisi uccise Melania Rea perché lo aveva respinto”
Salvatore Parolisi avrebbe ucciso Melania Rea perché lei si era rifiutata di avere un rapporto sessuale con lui nella pineta. È questa la ricostruzione del Gip di Teramo, Marina Tommolini, del delitto per il quale Parolisi è stato condannato all'ergastolo. Secondo quanto emerge dalle motivazioni della sentenza, dunque, il caporal maggiore avrebbe reagito "all'ennesima umiliazione", colpendo ripetutamente la moglie Melania e macchiandosi di un delitto efferato.
Nelle 67 pagine della sentenza, infatti, c'è spazio per l'intera ricostruzione delle ore precedenti l'omicidio: dalla gita a Colle San Marco fino alla decisione di andare al chiosco della pineta di Ripe di Civitella. Più o meno intorno alle 15 la coppia sarebbe arrivata sul luogo del delitto, mentre la bimba restava in auto a dormire. Melania a quel punto si sarebbe allontanata per un bisogno fisiologico, subito raggiunta da Parolisi che avrebbe cercato di indurla a consumare un rapporto sessuale. Sentendosi respingere, il raptus di follia con i primi colpi sferrati da Parolisi alla moglie, probabilmente manifestazione brutale di quella "enorme frustrazione vissuta da Salvatore Parolisi nell'ambito di un rapporto divenuto impari per la figura ormai dominante di Melania", come scrive il gip.
Una ricostruzione che tiene anche conto dei tentativi di Parolisi di sviare i sospetti, fonendo una "mole di menzogne (così com'era solito fare nella propria vita quotidiana) che, inconsapevolmente, se valutate unitamente a tutti gli altri elementi raccolti, hanno costituito una sorta di confessione". Una ricostruzione che dunque sgombra il campo dalle ipotesi che vedevano nel movente condizionamenti dovuti ad "amanti od altre relazioni" e che riconducono la causa prima del delitto al logoramento del rapporto fra i due. Per il momento, intanto, non si registrano commenti dalle parti in causa, con i legali di Parolisi che sembrano intenzionati a ricorrere in appello.