Parolisi in manette: arrestato il caporale per possibile uxoricidio

La svolta che in molti aspettavano, finalmente è arrivata.  A esattamente 3 mesi dalla morte di Melania, il gip Carlo Calvaresi ha accolto la richiesta d'arresto dei pm ascolani e Salvatore Parolisi, istruttore dell'Esercito presso il 235° Reggimento, è finito in manette. I carabinieri hanno prelevato il marito di Melania Rea dalla caserma Clementi di Ascoli, dove era tornato a lavoro lunedì scorso, ma al momento non è ancora dato sapere se il caporale verrà tradotto in carcere oppure se verrà sottoposto a interrogatorio.

L'ARRESTO E' uscito da un ingresso secondario e si è allontanato a bordo di auto dei carabinieri senza contrassegni. L'accusa per lui è di omicidio volontario pluriaggravato dal vincolo di parentela e crudeltà, una pena che contempla l'ergastolo, oltre al vilipendio di cadavere in concorso con altri. Già, perché dopo la relazione sull'autopsia, in cui sono state notificate dal medico legale le ferite post mortem, si è dovuto riflettere sul fatto che in quelle ore Parolisi è sempre stato in caserma oppure in compagnia dei familiari e non avrebbe potuto materialmente organizzare il depistaggio della svastica e delle siringhe.

L'ALTRO INTERROGATORIO Ad ogni modo, da quando è stato iscritto nel registro degli indagati, Parolisi era già stato interrogato una volta sui fatti di quel 18 aprile. In quell'occasione, però, Parolisi si avvalse della facoltà di non rispondere. Una strategia molto criticata, che non ha fatto altro che infittire i sospetti su di lui e sul suo racconto relativo all'ultima giornata di vita di Melania. Un racconto che non ha trovato conferma in nessuno dei 30 testimoni presenti a Colle San Marco quel 18 aprile: attraverso una ricostruzione fatta di immagini e racconti orali, alla fine, gli inquirenti hanno potuto ritenere con certezza che Melania e Salvatore non erano stati su quel pianoro.

GLI INDIZI Una circostanza confermata anche dai risultati dell'autopsia: il medico legale Adriano Tagliabracci, infatti, dopo aver appurato che i due sono uciti di casa alle 14, 10 ha collocato la morte di Melania prima delle 15. Il particolare che ha indotto a pensare a una tale ipotesi è il fatto che nel corpo della giovane vi erano ancora tracce di caffeina: una sostanza in grado di sparire completamente dal corpo nell'arco temporale di 45 minuti. In questi pochi minuti, Parolisi e la moglie non avuto il tempo di una sosta ma solo quello di arrivare a Ripe di Civitella, distante una ventina di minuti. Non sono soltanto questi gli elementi indiziari che portano a credere in un coinvolgimento di Salvatore Parolisi. Secondo le ultime indiscrezioni sul caso, i RIS di Roma sembrano aver rinvenuto tracce di sangue nella sua auto, così come evidenti segno di smacchiamento che il caporale dovrà spiegare.

LA FAMIGLIA REA Con queste parole il fratello di Melania Rea, Michele, ha commentato la svolta di stamane: "Speriamo che possa essere la fine di un incubo. Ci auguriamo che si possa arrivare a chiudere questo cerchio. È una notizia che mi fa stare male, anzi malissimo". Secondo quanto riferisce il legale della famiglia, Michele si sarebbe detto preoccupato per il futuro della bambina, la figlia di Salvatore e Melania che in queste settimane era divisa tra nonni materni e il papà. A detta di Mauro Gionni: "Era nell'aria. Ora bisognerà leggere l'ordinanza del gip. Ma già dalla perizia medico legale emergevano grandi elementi a carico di Parolisi. L'arresto è la diretta conseguenza delle indagini sin qui svolte."

L'INDAGINE Contestualmente alla misura cautelare per Salvatore Parolisi, con larga probabilità gli atti veranno trasferiti alla procura di Teramo, dal momento che il medico legale ha stabilito, tra le altre cose, che Melania Rea è morta nel luogo in cui è stata ritrovata, ovverosia nel bosco delle Casermette.