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Parmigiano Reggiano, nelle stalle 3.500 operai indiani: “Troppo faticoso per gli italiani”

Negli ultimi vent’anni una delle comunità Sikh più importanti si trova inaspettatamente nel cuore della Pianura Padana, dove in tanti si sono trasferiti a partire dagli anni novanta, diventando in breve tempo delle vere e proprie colonne portanti per tutta la filiera del Parmigiano Reggiano.
A cura di Beppe Facchini
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Il Parmigiano Reggiano parla sempre più indiano. Secondo i dati di Coldiretti, nelle 4.000 stalle dell’Emilia-Romagna, la patria naturale del “Re dei formaggi”, lavorano infatti circa 3.500 operai provenienti dall’India. E quasi il 70% sono Sikh, cioè devoti ai dieci guru vissuti tra il XV e il XVII secolo, dai quali è poi nata una religione che attualmente conta poco meno di 27 milioni di credenti in tutto il mondo. Molti di loro vivono in patria, nella regione del Punjab, oppure in Inghilterra, ma negli ultimi vent’anni una delle comunità Sikh più importanti si trova inaspettatamente nel cuore della Pianura Padana, dove in tanti si sono trasferiti a partire dagli anni novanta, diventando in breve tempo delle vere e proprie colonne portanti per tutta la filiera del Parmigiano Reggiano.

"Sono persone molto brave, cordiali e affidabili" assicura Bruno Scalabrini, titolare di un’azienda agricola a Bibbiano, in provincia di Reggio Emilia, che su undici dipendenti ne conta ben cinque arrivati dall’India. "Molte aziende zootecniche del territorio facevano fatica a trovare manodopera e personale che si prendesse cura degli animali – continua – , in quanto è molto faticoso e nessuno voleva più fare questo mestiere".

La giornata tipo nelle stalle non è infatti una passeggiata: sveglia alle tre e mezza, alle quattro si comincia con la mungitura e poi, dopo un po’ di riposo dalle dieci alle quindici, è necessario tornare a lavoro almeno fino alle 19. Sabato e domenica compresi, ma con un turno di riposo a settimana.

A differenza di quanto si possa immaginare, la facilità con la quale i Sikh riescono a trovare un’occupazione nelle stalle non è però dovuta al fatto che per loro la vacca sia un animale sacro. <No, semplicemente non la mangiamo> conferma uno dei dipendenti indiani dell’azienda Scalabrini. <Quando arriviamo le vacche si fidano di noi –continua-, si avvicinano senza preoccuparsi>. Forse anche perché molti di loro raccontano di essere nati in famiglie di contadini o di aver lavorato nei campi e nelle stalle anche prima di arrivare in Italia. Ed è quindi piuttosto la loro dimestichezza con questi animali a rendere la presenza dei Sikh alla base della filiera del Parmigiano Reggiano una grande risorsa per tutto il comparto.

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