Parma, killer ridotto in fin di vita da un altro detenuto
In fin di vita dopo essere stato massacrato di botte in carcere. Dritan Demiraj, ventinovenne fornaio albanese, è stato picchiato a sangue da un altro detenuto del carcere di Parma, dove sta scontando una condanna all'ergastolo. La vita dell'uomo è adesso appesa a un filo: secondo quanto riferisce la stampa locale, il ventinovenne è stato trasportato d'urgenza nel nosocomio dell'ospedale Civile di Parma nel reparto di Rianimazione e si trova adesso in coma. Il pestaggio è successo venerdì, ad opera di un altro detenuto della struttura, un ex pugile romeno. Non si conoscono i motivi dell'aggressione.
Dritan Demiraj si trova in carcere con una condanna all'ergastolo con l'accusa di duplice omicidio. L'uomo ha ucciso l'ex compagna Lidia Nusdorfi l'1 marzo del 2014, accoltellandola a morte nel sottopassaggio stazione di Mozzate – in provincia di Como – e l'amante di lei, Stefano Mannina, torturandolo e seppellendolo in una cava il 28 febbraio dello stesso anno a Rimini. La condanna all’ergastolo era stata pronunciata lo scorso 14 marzo a Rimini. A trent'anni di carcere era invece stata condannata la nuova compagna di Dritan, Monica Sanchi, che aveva aiutato il ventinovenne nell'attuare il suo proposito omicida. Demiraj aveva confessato entrambi i delitti e in Aula. Durante l'ultima udienza aveva provato a chiedere scusa e si è detto pentito del gesto. Ai giudici ha spiegato: "Lidia mi ha tradito e umiliato, sono impazzito". Secondo i giudici il ventinovenne aveva pianificato gli omicidi. Aveva dato appuntamento con l'inganno a Lidia alla stazione di Mozzate, dove poi l'ha accoltellata. Solo dopo la scoperta di questo delitto è venuta fuori anche l'uccisione di Mannina, attirato a Rimini da Monica Sanchi. Dritan l'ha portato in un appartamento, l'ha picchiato, strangolato e poi ha nascosto il cadavere nella cava abbandonata del Lago Azzurro, a pochi chilometri da Rimini. Fu trovato solo dopo due mesi.